Renzi, ci fai o ci sei?

giovedì 18 dicembre 2014


Alana-Henderson
Ecco qui di seguito la lettera che ho inviato al Corriere della Sera subito dopo avere letto l’articolo a firma Valentina Santarpia, di cui si trova una versione ridotta nel giornale on line. 
Gentile Direttore,
in qualità di prima firmataria del Disegno di legge di Iniziativa Popolare per una Buona Scuola per la Repubblica, ritengo che sia doveroso fare alcune precisazioni e ricondurre alla realtà dei fatti molte delle dichiarazioni contenute nell’articolo da voi pubblicato ieri dal titolo, sull’edizione cartacea, “La ‘buona scuola’ rimandata a febbraio” a firma di Valentina Santarpia
Dall’articolo si apprende il mea culpa di Matteo Renzi riguardo alla scarsa adesione riscossa dalla consultazione sulla “Buona Scuola” promossa dal Governo e conclusasi il 15 novembre scorso.
Il Presidente del Consiglio dichiara di non essere riuscito a “raccontare come questa riforma sia la ragione di speranza del nostro Paese, come si giochi qui la scommessa sul futuro dell’Italia”E fino a qui non possiamo che essere d’accordo con lui.
Ciò che invece sorprende, o meglio, lascia totalmente esterrefatti è come il Premier auspichi una maggiore consapevolezza da parte dei rappresentanti del mondo della scuola, a cui rivolge questo accorato invito: “avvertano questa battaglia come una battaglia propria, che entrino nel merito dei provvedimenti e che dicano: questa cosa mi riguarda troppo, non posso lasciarla al Presidente del Consiglio o al sottosegretario”. Renzi si augura inoltre di fare della “Buona Scuola” non più un “progetto calato dall’alto”, ma un progetto “su cui chiedere pareri e consigli”.
Vorrei pertanto tranquillizzare il Presidente del Consiglio e ricordargli alcune cose:
- il tanto auspicato progetto che viene dal basso esiste già, è il Disegno di Legge di Iniziativa Popolare per una Buona Scuola per la Repubblica (LIP), regolarmente depositato in Senato (Atto del Senato 1583) e di cui io sono la prima firmataria
Fondata sui principi costituzionali del pluralismo, della democrazia e della laicità, la LIP è il primo progetto organico che affronta il tema della scuola dalla scuola dell’infanzia alla scuola superiore, tenendo conto di tutti gli attori coinvolti (insegnanti, studenti, genitori, personale ATA) e senza escludere alcuno dei temi essenziali, dall’edilizia scolastica, alle risorse finanziarie, alla formazione e valutazione dei docenti, all’obbligo scolastico, solo per citarne alcuni;
- depositata alla Camera per la prima volta nel 2006 e ripresentata nell’agosto di quest’anno, la LIP è il frutto di un lunghissimo confronto cui hanno partecipato in tutta Italia centinaia di rappresentanti del mondo della scuola. Persone che hanno già fatto propria la battaglia tanto auspicata da Renzi e che la stanno portando avanti con tenacia, nonostante il Governo abbia finora totalmente finto di ignorare questo disegno di legge. Persone che per amore della conoscenza e della sua trasmissione hanno dedicato il proprio tempo a titolo gratuito, a fronte di un sondaggio ufficiale,quello della “Buona Scuola” promosso dal governo, che è stato pagato con il denaro dei contribuenti;
- docenti, studenti e famiglie chiedono da tempo cambiamenti anche radicali, ma finora la volontà di avere una scuola migliore si è sempre scontrata con la ferma determinazione a ridurne le risorse. A dispetto della retorica politica che periodicamente indica nell’istruzione un valore su cui non si può non investire, negli ultimi 15 anni la voce di spesa destinata alla scuola è rimasta invariata.
E la nuova legge di stabilità conferma lo stesso orientamento: il miliardo destinato alle assunzioni dei precari (che la Comunità Europea ci obbliga a regolarizzare e che risarciscono solo parzialmente le irregolari assunzioni fatte dalla metà degli anni ‘90 a oggi per garantire, anche qui, notevoli risparmi in quei 20 anni) � ciò che si risparmia con il blocco degli scatti stipendiali: le nuove assunzioni sono finanziate con la riduzione dello stipendio a tutti. Inoltre, con la stessa legge di stabilità si tagliano anche il personale ATA e i fondi per l’offerta formativa;
- personalmente, non vedo l’ora di parlare con Renzi e Giannini di scuola: abbiamo tanta esperienza, passione, idee e consapevolezza; vorremmo parlare con loro e con tecnici all’altezza, non con burocrati e comunicatori raccogliticci. Abbiamo con noi,confluito nel lavoro preparatorio per la LIP, un popolo intero di lavoratori esperti dipedagogia, di didattica dalla matematica alle lingue, anche delle più avanzate esperienze d’insegnamento in lingua straniera di discipline scientifiche e umanistiche,di TIC applicate alla didattica;
- il desiderio di ascolto tanto sbandierato dal Presidente del Consiglio è smentito da un fatto molto grave che è accaduto il novembre scorso e per il quale è stata depositata un’interpellanza parlamentare da me presentata e sottoscritta: un pacifico gruppo di professori e studenti recatisi al Miur a consegnare riflessioni e proposte in risposta alla campagna di partecipazione sulla “Buona Scuola” è stato accolto da una schiera di poliziotti in assetto antisommossa. E’ questo il dialogo, caro Renzi?
Concludo con una preghiera e un invito. La scuola rappresenta il futuro dei nostri figli:farne uno strumento di propaganda significa giocare direttamente sulla loro pelle.Non trasciniamo la scuola nell’arena politica.
Purtroppo, il fatto che il Presidente del Consiglio abbia fissato per il 22 febbraio,primo anniversario del suo governol’incontro con mille rappresentanti del mondo della scuola che dovrebbero portare suggerimenti, lascia proprio intendere questo.
Renzi, mi convinca che non è cosìattendo il suo invito per parlare di scuola.
Senatrice Maria Mussini

Leave a Reply

Powered by Blogger.