Archive for dicembre 2013

STADIO SOLIDALE CON I LICENZIATI COOP DURANTE LA PARTITA TERNANA-REGGINA

Uno striscione di una decina di metri con la scritta “SOLIDARIETA’ AI LICENZIATI COOP” appeso in via dello stadio e oltre 2.000 volantini distribuiti alle entrate principali dello stadio Libero Liberati durante la partita Ternana-Reggina. Interesse e solidarietà sono stati espressi dai ternani per la questione dei licenziati della Coop, nonché una solidarietà fattiva con la sottoscrizione di un centinaio di euro per le spese legali contro i licenziamenti.
Continuano così le iniziative per il “natale solidale con i lavoratori licenziati della Coop” e dopo il concerto della Concabanda del 25 dicembre al CS Cimarelli, la solidarietà espressa nei giorni scorsi da Rifondazione Comunista e dal Movimento 5 Stelle sono in programma varie iniziative per coprire le spese legali e garantire ai due licenziati quanto auspicato dai lavoratori autorganizzati e dal Cobas della Coop: il reintegro nel posto di lavoro, cancellando l’accusa infamante di furto a chi avrebbe mangiato qualche cioccolatino, fatta da chi ha avuto una pessima gestione  degli investimenti della Coop e dei fondi del prestito soci investimenti: parliamo delle pesanti perdite in
EDIB/Corriere dell’Umbria, nel Monte dei Paschi di Siena, nella Banca Popolare di Spoleto ed dell’alienazione del patrimonio immobiliare -reale garanzia della restituzione del prestito ai soci- al Fondo Etrusco di Caltagirone e MPS.
Auspichiamo che Coop Centro Italia ritiri i provvedimenti di licenziamento evitando di far ricorrere i lavoratori alla magistratura per ottenere il riconoscimento dei loro diritti e ristabilisca rapporti civili all’interno del punto vendita di Terni, garantendo la piena democrazia e la dialettica sindacale.


Terni 29 dicembre 2013                                                            COBAS COOP CENTRO ITALIA

COOP CENTRO ITALIA LANCERA' PRESTITO VINCOLATO A TRE ANNI

Coop Centro Italia sta per lanciare un prestito per i propri soci con vincolo di tre anni

Nello stesso tempo la Coop è in corsa con una cordata di imprenditori locali per il controllo di Banca Popolare di Spoleto

La strada del prestito vincolato per i soci Coop fu intrapresa per primi da Unicoop Firenze nell'aprile 2011 con un prestito a vincolo di 18 mesi con tacito rinnovo. Coop Centro Italia che in molti aspetti mutua le mosse della Coop fiorentina - non ultimo il caso dei "ladri di merendine" - aveva propostoquesto tipo di prestito nell'aprile 2012 con scadenze a 6 e 12 mesi.

Ora la Coop umbra è in procinto di lanciare il prestito vincolandolo ad una scadenza più lunga, ben 3 anni. Non possiamo fare a meno, non fosse altro che per la tempistica, di collegare questa iniziativa alla corsa per la scalata della Banca Popolare di Spoleto, attraverso il veicolo societario Clitumnus partecipato da Coop Centro Italia e una cordata di imprenditori locali. La popolare spoletina è commissariata da un anno ed è partecipata da Coop Centro Italia al 2,039%. Ecco l'assetto societario della banca come da prospetto Consob.

Questa volta la Coop di Castiglion del Lago batte sul tempo la sorella maggiore Unicoop Firenze che aveva avuto la stessa tentazione, poi rinunciandovi per la bufera che si è abbattuta su Mps e la conseguente fuga dai libretti del prestito sociale di Unicoop.

Le caratteristice del nuovo tipo di prestito non sono ancora note. Qui potete leggere le caratteristiche attuali del prestito sociale in Coop Centro Italia. Attendiamo di conoscere le prerogative del nuovo prestito vincolato della coop presieduta da Raggi.

(tratto da Lavoratori Unicoop )

ancora un volantino solidale con i lavoratori Coop

sabato 28 dicembre 2013 · Posted in , ,


“LADRI” DI MERENDINE?
natale solidale con i licenziati della coop!
Alla fine di novembre sono arrivate le lettere di licenziamento a due lavoratori della COOP con l’accusa di aver rubato merendine e caramelle esposte in un contenitore del magazzino. Il caso sembra molto simile a quello che successe in coop Tirreno nel 2010 quando vennero fatte accuse simili a 24 lavoratori, di cui 7 licenziati e poi reintegrati dai giudici.

La questione apre molte perplessità sulle forme di controllo e videocontrollo
illegale all'interno della COOP, ma soprattutto sull'opportunità di procedere a misure così drastiche ed infamanti per i lavoratori. Dopo decenni di lavoro in COOP qual è la logica che porta a licenziare lavoratori, uno dei quali vicino alla pensione, con l’accusa, tutta da dimostrare tra l’altro, di essersi mangiati qualche caramella? Infatti tra i lavoratori prevale la perplessità: per anni in Coop il materiale deteriorato era a disposizione dei lavoratori e mangiare un dolcetto non è proprio lo stesso che organizzare e perpetrare un furto. 

Un romanzo di Camilleri con protagonista Montalbano si intitola proprio il “ladro di merendine”, a sottolineare l’inconsistenza della questione, ed allora cosa passa in mente a COOP Centro Italia in questo momento di crisi, di mettere sulla strada due lavoratori per una questione così risibile? Può la stessa COOP presentarsi come moralizzatrice assoluta dopo le operazioni finanziarie che l’hanno vista protagonista di investimenti (e perdite sostanziali di milioni di euro, spesso del “prestito sociale”) in EDIB (Corriere dell’Umbria), Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Spoleto o nell’operazione di alienazione del patrimonio immobiliare al Fondo Etrusco (di M.P.S. e Caltagirone)?

Come mai un sindacato come FILCAMS CGIL è stato in silenzio per oltre un mese e si è rifiutato di organizzare un’assemblea in solidarietà coi lavoratori licenziati, facendo di fatto saltare una risposta unitaria dei lavoratori?

Gli autorganizzati ed i COBAS della COOP, rifiutando i licenziamenti e ritenendoli quantomeno inopportuni, eccessivi e lontani dalla storia e dalla pratica del movimento operaio da cui Coop proviene, lanciano una campagna di solidarietà con i licenziati della coop per garantire loro le spese legali per opporsi ai licenziamenti.
Il 25 dicembre centinaia di persone hanno dimostrato la loro solidarietà partecipando al concerto/benefit della Concabanda al c.s. Cimarelli.
Sia Rifondazione Comunista che il Movimento 5 Stelle hanno espresso la loro solidarietà ai licenziati  e Rif.Com. ha chiesto alla Coop di ritirare i licenziamenti.
NATALE SOLIDALE RACCOLTA FONDI PER PAGARE LE SPESE LEGALI DEI LICENZIATI COOP
PERCHÉ IL NATALE NON SIA UNA DATA VUOTA E CONSUMISTICA, LANCIAMO UNA  RACCOLTA DEI FONDI PER LE SPESE LEGALI DEI LICENZIATI COOP: POTETE CONSEGNARLI AI COBAS OPPURE A VERSARLI SUL  CC. DEI COBAS IBAN:  IT14 X076 0114 4000 0003 9956 966 CON LA CAUSALE “spese legali licenziati Coop”
                                     COBAS COOP CENTRO ITALIA

IL REGALO DI NATALE DELLA COOP: SE LA COOP SIAMO NOI, NOI VOGLIAMO IL RITIRO DEI DUE LICENZIAMENTI !

qui sotto il bel comunicato stampa di Rifondazione Comunista in solidarietà con i licenziati della Coop Centro Italia

IL REGALO DI NATALE DELLA COOP 
SE LA COOP SIAMO NOI, NOI VOGLIAMO IL RITIRO DEI DUE LICENZIAMENTI !
 Rifondazione Comunista ritiene inaccettabile il licenziamento dei due lavoratori della Coop Centro Italia di Terni accusati, secondo quando riferiscono i rappresentanti sindacali di base dell’ipermercato, del furto di prodotti dolciari per un importo di pochi euro.
Il PRC chiede il ritiro del provvedimento e l’immediato reintegro sul posto di lavoro dei due lavoratori.
In ogni luogo di lavoro, per regolare l’organizzazione delle attività, ci sono regole scritte e non scritte. Quest’ultime, venendo tacitamente rispettate da tutti, nell’arco della giornata lavorativa, hanno pari validità, perché funzionali e regolatrici dei rapporti tra subordinati e capi.  
All’ipermercato, come affermano i colleghi dei licenziati, era consuetudine che la merce deteriorata, oramai invendibile, fosse a disposizione dei dipendenti.
Ma le regole non scritte smettono di essere valide nei momenti di conflitto ed anzi diventano un’arma impugnata contro i lavoratori, come nel caso in questione.
Ed è da tempo che c’è conflitto all’interno dell’ipermercato di Via Gramsci su diverse questioni sindacali, come evidenziato anche  pubblicamente dalle polemiche sulla gestione delle festività del 25 Aprile e Primo Maggio.
E così si arriva al punto, riportato dai quotidiani locali, che per il consumo, non autorizzato, di qualche merendina o caramella non più commerciabile, scatti l’accusa di appropriazione privata e si mettano, dopo anni di servizio, due persone (una delle quali sulla soglia della pensione) e le loro famiglie, d’improvviso in mezzo alla strada.
Un provvedimento spropositato e di inaudita violenza se si pensa che è stato preso, a quanto pare, senza prima ricorrere al richiamo o applicando sanzioni disciplinari meno gravi del licenziamento.
La cosa grave, ma ormai non più sorprendente, è il silenzio, sulla vicenda, dei sindacati confederali, CGIL compresa.
Di casi simili a questo, nel silenzio generale, ce ne sono decine ogni giorno in tutto il territorio nazionale: è il frutto della cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.
Mano libera ai padroni di licenziare come e quando vogliono: questa è la ricetta che dovrebbe portare a nuova occupazione, anche secondo il “giovane  Renzi”, neo segretario di quel partito che, solo qualche decennio fa, era alla testa del movimento operaio e rappresentava il più forte partito comunista d’occidente.
Che tutto questo accada dentro un’azienda come la Coop (con il suo particolare patrimonio storico) che ha, per ironia della sorte, la propria sede in una via dedicata ad Antonio Gramsci, è la migliore rappresentazione della drammatica involuzione democratica e culturale del nostro Paese e del vero significato del riformismo propinato in questi anni dalle forze politiche di Governo, come unico rimedio alla crisi economica.
E’ ora di opporre alle controriforme dei padroni e di questo Governo un nuovo protagonismo delle classi lavoratrici e dei loro diritti, partendo dai territori e dalle tante, troppe prevaricazioni che si consumano quotidianamente, come nel caso dei due licenziati alla Ipercoop di Terni. 

PARTITO della RIFONDAZIONE COMUNISTA
Federazione di Terni
 
Terni, 27 Dicembre 2013

anche il movimento 5 stelle contro i licenziamenti alla COOP

dal profilo FB del M5S di Terni

Forti con i deboli e deboli con i forti.
Al di là del fatto che sia giusto o meno prendersela con dei "ladri" di merendine è palese che

"non è sicuramente applicata da COOP la stessa intransigenza nei riguardi dei vertici, infatti a seguito di perdite sostanziose, che coinvolgono anche il prestito sociale, dovute a fallimentari investimenti finanziari in Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Spoleto, EDIB-Corriere dell’Umbria i vertici aziendali rimangono saldamente incollati alle poltrone, mentre si procede al licenziamento di chi è accusato di aver mangiato qualche merendina. Mai come in questo caso ci sembra giusto applicare la massima: due pesi e due misure".
http://cobasterni.blogspot.it/2013/12/natale-solidale-con-i-licenziati-coop_26.html

NATALE SOLIDALE CON I LICENZIATI COOP

giovedì 26 dicembre 2013 · Posted in , , , ,

Pieno successo della serata benefit per le spese legali dei licenziati COOP centro Italia

Grande partecipazione alla serata del Natale solidale: stanotte 25 dicembre oltre 250 persone hanno partecipato, all’iniziativa promossa dai Cobas presso il centro sociale Germinal Cimarelli di Terni.

Una serata di solidarietà con concerto della Concabanda  e dj set per  i licenziati della
COOP, che ha ottenuto dalle sottoscrizioni volontarie oltre 500 € per le spese legali per opporsi ai licenziamenti. Erano presenti anche altri lavoratori di punti vendita regionali della Coop che si sono confrontati sulle condizioni di lavoro.
Un gigante della distribuzione, figlio della storia del movimento operaio, come COOP Centro Italia ha infatti licenziato in tronco, alla vigilia delle vacanze natalizie, due lavoratori, dei quali uno di oltre sessanta anni, da venti anni in COOP e vicino alla pensione. Un’accusa infamante e un provvedimento assolutamente sproporzionato rispetto all’accusa stessa: aver mangiato qualche merendina.

Non è sicuramente applicata da COOP la stessa intransigenza nei riguardi dei vertici, infatti a seguito di perdite sostanziose, che coinvolgono anche il prestito sociale, dovute a fallimentari investimenti finanziari in Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Spoleto, EDIB-Corriere dell’Umbria i vertici aziendali rimangono saldamente incollati alle poltrone, mentre si procede al licenziamento di chi è accusato di aver mangiato qualche merendina. Mai come in questo caso ci sembra giusto applicare la massima: due pesi e due misure.

La campagna di solidarietà continua nelle prossime settimane con iniziative pubbliche, nei prossimi giorni, dal 28 dicembre al 7 gennaio verranno raccolti i fondi per le spese legali tra i lavoratori di Coop centro Italia.

Facciamo appello per continuare le espressioni di solidarietà ed adesione alla campagna: NATALE SOLIDALE CON I LICENZIATI COOP


LADRI DI MERENDINE ANCHE IN COOP CENTRO ITALIA: DUE LICENZIAMENTI

domenica 22 dicembre 2013 · Posted in , , , ,

nota sui licenziamenti di Coop Centro Italia dai lavoratori UNICOOP di Firenze
Posted: 21 Dec 2013 06:43 AM PST



Una vicenda che ha portato al licenziamento due colleghi di Coop Centro Italia, ricorda quello che successe nei magazzini di Unicoop Firenze cinque anni fa




«Alla fine di novembre sono arrivate le lettere di licenziamento a due lavoratori di Coop Centro Italia con l'accusa di avre rubato merendine e caramelle esposte in un contenitore del magazzino». Questa è l'informazione che abbiamo grazie al blog Cobas Terni, pagina a cui rimandiamo.
I dettagli a disposizione non sono molti ed è difficile fare paralleli, ma istintivamente la memoria va a quello che accadde in Unicoop Firenze cinque anni nei magazzini Unicoop Firenze di Scandicci.

Unicoop Firenze sporse denuncia contro ignoti per ammanchi nel magazzino. Furono istallate videocamere da parte dei carabinieri che riprendevano e registravano immagini una zona particolare all'interno del magazzino stesso: la cosiddetta gabbia dei rotti. Questa è una vera e propria gabbia dove viene accatastata la merce che si danneggia giornalmente durante la normale movimentazione. Questa merce non è più vendibile e viene per lo più gettata nel cassonetto. Quello che è recuperabile viene (o veniva) dato in beneficienza. Era prassi diffusa e consolidata che i dipendenti potessero consumare questi prodotti: una bottiglietta d'acqua, un pacchetto di gomme, un detergente per pulire il parabrezza del camion (della Coop), ecc. Tutti ne erano a conoscenza.

23 lavoratori vennero indagati per furto e appropiazione indebita e Unicoop Firenze segnò una delle pagine più nere della propria storia licenziando ben 7 dipendenti.
La reazione dei lavoratori e del sindacato fu decisa e la vertenza assunse un certo rilievo mediatico che portò ad un confronto Tv, nella trasmissione Mi manda Rai Tre, tra alcuni dei colleghi licenziati tutelati dal compianto avvocato Bellotti e l'allora presidente del consiglio di gestione, Armando Vanni, nonché il responsabile delle risorse umane, Piero Forconi. La coppia di dirigenti inanellò una serie di gaffes tanto che il video della trasmissione diventò presto un cult tra i lavoratori Unicoop Firenze dei magazzini. Ancora oggi, specie dopo le vicende emerse sul conto del Vanni (vedi qui e qui)  la performance della coppia è fonte di battute e grasse risate.

La trasmissione fu un autogol mediatico pazzeco. La linea intransigente di Unicoop che si può riassumere in "i ladri vanno sempre e comunque puniti", faceva a cazzotti con la realtà dei fatti: prendere quei prodotti che andavano gettati e di nessun valore commerciale era uso consolidato da sempre. Se Unicoop voleva che ciò non avvenisse, bastava una semplice circolare interna o una breve assemblea aziendale in cui si informava che certi comportamenti usuali non dovevano proseguire. Nessuno avrebbe certo rischiato il posto di lavoro per un pacchetto di gomme. Risultò chiaro che l'obiettivo di Unicoop Firenze era quello di colpire dei lavoratori dei magazzini col primo pretesto. Vecchie logiche vendicative che peraltro ricalcano la personalità e il carattere del massimo responsabile dei magazzini di allora, fortunatamente adesso in pensione.

Come andò a finire. I lavoratori licenziati furono tutti reintegrati e Unicoop Firenze fece una brutta, bruttissima figura.

Pur non conoscendo nei dettagli la vicenda dei due colleghi di Coop Centro Italia, auguriamo loro la stessa conclusione.

NATALE SOLIDALE CON I LICENZIATI COOP

COMUNICATO STAMPA
NATALE SOLIDALE CON I LICENZIATI COOP
La coop Centro Italia a fronte di un marketing accattivante e basato su presunti valori sociale e solidali, nei rapporti con i lavoratori si comporta come un padrone delle ferriere dell'800 e licenzia, alla vigilia di Natale, due lavoratori accusandoli di aver mangiato qualche dolcetto presente in magazzino. Due licenziati dopo decenni di lavoro alla coop, senza appello ed in maniera imperativa.
Un licenziamento per motivi assolutamente pretestuosi e assolutamente sproporzionati rispetto all'accusa, tutta da dimostrare, alla quale i Cobas rispondono lanciando una campagna di solidarietà con i licenziati coop cui chiediamo di aderire lavoratori, consumatori, soci coop e cittadini. 
  1. Inizia dal 25 dicembre al 7 gennaio una raccolta di fondi per garantire ai due licenziati da Coop centro Italia le spese legali per contestare i licenziamenti: consegnandoli alla RSU Cobas Andrea Leonardi, oppure in sede cobas, via del lanificio 21 tutti i l.unedì dalle 17 alle 20 oppure con un versamenro sul CC dei Cobas IBAN: IT14 X076 0114 4000 0003 9956 966  specificando nella causale "in solidarietà coi licenziati COOP
  2.  viene organizzato il 25 dicembre dalle ore 23 un concerto benefit della Conca Banda presso il centro sociale Germinal Cimarelli con ingresso a sottoscrizione per le spese legali. Un natale solidale contro il comportamento padronale di COOP.
Invitiamo tutti e/e ad una solidarietà fattiva, per scrivere potete utilizzare questa email: cobastr@yahoo.it

PARTE LA CAMPAGNA DI SOLIDARIETA' CON I LICENZIATI DA COOP CENTROITALIA

“LADRI” DI MERENDINE?
natale solidale con i licenziati della coop!
Alla fine di novembre sono arrivate le lettere di licenziamento a due lavoratori della COOP con l’accusa di aver rubato merendine e caramelle esposte in un contenitore del magazzino. Il caso sembra molto simile a quello che successe in coop Tirreno nel 2010 quando vennero fatte accuse simili a 24 lavoratori, di cui 7 licenziati e poi reintegrati dai giudici.
La questione apre molte perplessità sulle forme di controllo e videocontrollo illegale all’interno della COOP, ma soprattutto sull’opportunità di procedere a misure così drastiche ed infamanti per i lavoratori. Dopo decenni di lavoro in COOP qual è la logica che porta a licenziare lavoratori, uno dei quali vicino alla pensione, con l’accusa, tutta da dimostrare tra l’altro, di essersi mangiati qualche caramella? Infatti tra i lavoratori prevale la perplessità: per anni in Coop il materiale deteriorato era a disposizione dei lavoratori e mangiare un dolcetto non è proprio lo stesso che organizzare e perpetrare un furto. 
Un romanzo di Camilleri con protagonista Montalbano si intitola proprio il “ladro di merendine”, a sottolineare l’inconsistenza della questione, ed allora cosa passa in mente a COOP Centro Italia in questo momento di crisi, di mettere sulla strada due lavoratori per una questione così risibile? Può la stessa COOP presentarsi come moralizzatrice assoluta dopo le operazioni finanziarie che l’hanno vista protagonista di investimenti (e perdite sostanziali di milioni di euro, spesso del “prestito sociale”) in Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Spoleto e nell’operazione Fondo Etrusco?
Come mai un sindacato come FILCAMS CGIL si è rifiutato di organizzare un’assemblea in solidarietà coi lavoratori licenziati, facendo di fatto saltare una risposta unitaria dei lavoratori?
Gli autorganizzati ed i COBAS della COOP, rifiutando i licenziamenti e ritenendoli quantomeno inopportuni, eccessivi e lontani dalla storia e dalla pratica del movimento operaio da cui Coop proviene, lanciano una campagna di solidarietà con i licenziati della coop per garantire loro le spese legali per opporsi ai licenziamenti.
MERCOLEDI 25 DICEMBRE DALLE ORE 23 CONCERTO DELLA CONCABANDA E POI DJ SET, IN SOLIDARIETA’ AI LICENZIATI DALLA COOP, PRESSO IL CENTRO SOCIALE GERMINAL CIMERELLI IN VIA DEL LANIFICIO 21, ENTRATA BENEFIT PER LE SPESE LEGALI
SABATO 28 DICEMBRE NATALE SOLIDALE: RACCOLTA FONDI PER PAGARE LE SPESE LEGALI DEI LICENZIATI COOP
PERCHÉ IL NATALE NON SIA UNA DATA VUOTA E CONSUMISTICA, LANCIAMO AD UN MESE ESATTO DAI LICENZIAMENTI UNA  RACCOLTA DEI FONDI. INVITAMO TUTTI I LAVORATORI A DEVOLVERE LA GIORNATA LAVORATIVA (50 EURO O QUANTO VORRANNO) PER LE SPESE LEGALI DEI LICENZIATI COOP: CONSEGNANDOLI ALLA RSU ANDREA LEONARDI (SINO AL 7 GENNAIO 2014) OPPURE A VERSANDOLI SUL  CC. DEI COBAS IBAN:  IT14 X076 0114 4000 0003 9956 966 CON LA CAUSALE “SPESE LEGALI LICENZIATI COOP”
COBAS ED AUTORGANIZZATI COOP CENTRO ITALI
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STAGE, L’UE ALZA LA VOCE: TROPPI GIOVANI SFRUTTATI E NON FORMATI

giovedì 19 dicembre 2013 · Posted in , ,


Per il commissario per l'Occupazione e gli affari sociali, Laszlo Andor, occorre più trasparenza sulle condizioni del tirocinio, prevedendo l'obbligatorietà di un contratto scritto. Lo scorso luglio 200 stagisti protestarono davanti al Parlamento europeo a Bruxelle contro le condizioni di praticantato in azienda . E secondo Eurobarometro, uno stage su tre è di qualità ''scadente''.
 
Tanti giovani tirocinanti sarebbero sottopagati e coinvolti in attività lavorative di scarsa qualità. A denunciarlo è l’Unione Europea, che attraverso un documento perentorio preannuncia la volontà di mettere fine ad una situazione intollerabile. Aggravata, negli ultimi anni, dalla crisi economica. Per l’Ue, l’obiettivo è rendere gli stage davvero formativi e in grado di aumentare le possibilità di trovare un posto di lavoro.
''I tirocini sono essenziali per migliorare le opportunità dei giovani e facilitare il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro: è inaccettabile che oggi alcuni tirocinanti siano sfruttati lavorando gratuitamente o a basso costo'', ha detto il 14 dicembre il commissario per l'Occupazione e gli affari sociali, Laszlo Andor.
Anche se non ha competenze dirette sul mercato del lavoro, la Commissione europea ha proposto ai Paesi membri di varare una serie di norme comuni per migliorare la qualità degli stage nell'Ue. Il fine è aumentare la trasparenza sulle condizioni del tirocinio, prevedendo ad esempio l'obbligatorietà di un contratto scritto. Il contratto dovrebbe definire chiaramente i contenuti di apprendimento e le condizioni di lavoro, fra cui gli orari, la copertura sociale e la presenza di eventuali indennità.
La pesantezza della situazione ha assunto vesti pubbliche quando lo scorso luglio circa duecento stagisti si erano radunati davanti al Parlamento europeo a Bruxelles per protestare contro le condizioni di praticantato in azienda e chiedere un intervento alle istituzioni Ue. I giovani lamentavano posizioni mal retribuite o con contenuto di basso livello, lavoro gratuito, mancata valorizzazione, ma più di tutto descrivevano l'incertezza del domani.
Inoltre, una recente indagine Eurobarometro ha rivelato che in Europa uno stage su tre è di qualità ''scadente'' e che, in molti casi, i tirocinanti sono utilizzati dai datori di lavoro per sostituire veri e propri posti di lavoro. di Alessandro Giuliani, La Tecnica della Scuola 14.12.2013

Quando il ministero parla, la scuola teme

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technical-difficulties
Finalmente anche la ministra Carrozza rilascia la dichiarazione più impegnativa da quando ha assunto il ministerodopo quella di adeguare le spese italiane per l’istruzione alla media europeala ministra annuncia una riforma «complessiva su istruzione, università e ricerca, una riforma che non significhi qualche norma sparpagliata dentro decreti vari o emendamenti alla legge di stabilità».
Anche il governo Letta, al momento di presentarsi per il voto di fiducia, ha fatto cenno nel suo programma alla scuolaparlando dell’intenzione di realizzarelicei quadriennali, nuove regole per reclutamento e carriera, potenziamento della scuola infanzia, una costituente della scuola entro giugno.
Ogni volta che i politici annunciano provvedimenti, la scuola comincia a temere.
A volte si tratta di interventi tendenti a ridurre i margini della democrazia scolastica,come la legge delega che dovrebbe riformare gli Organi Collegialiche dopo essere stata ritirata come collegato alla Legge di Stabilità rispunta all’interno del “decreto semplificazioni“.
A volte si tratta di tagli di insegnanti, insegnamenti, di ore di lezione, o di anni di lezioneNon si è finito di piangere i tagli della Gelmini, che la ministra dà il via a una sperimentazione di 6 scuole finalizzata al taglio di un anno di scuolail pretesto è l’adeguamento ai modelli europei, la realtà è che esso comporterebbe un risparmio di 3 miliardi di euro e un taglio degli organici di almeno 80 mila cattedre

A volte si tratta del blocco del contratto e degli scatti stipendiali, come viene fatto con la Legge di Stabilità. A questo proposito segnaliamo che il Movimento 5 Stelle ha presentato un emendamento che chiede l’esclusione del personale della scuola dal blocco degli incrementi contrattualiLa copertura per le risorse, dicono dal M5S, già esiste e consiste nei fondi dei tagli del 2008.
Ci sono anche i tagli ai fondi per la gestione ordinaria delle scuole, come i tagli alFondo d’Istitutodecurtato per pagare gli scatti per l’anno 2012E il cui ammontare comunque è comunicato sempre in ritardoin modo da impedire alle scuole di predisporre il Piano Annuale entro la data prevista del 15 dicembre.
E tagli sono annunciati al sostegnoIl piano del commissario Cottarelli per tagliare la spesa prevede anche una riduzione dell’organico dei docenti di sostegno da affiancare agli alunni diversamente abiliIl decreto del governo della scorsa estate però, prevedeva esattamente il contrarioIl ministero dice che non era stato informato:
“Nessuno ci ha chiamato, non è certo una nostra idea. Per noi resta valido quanto detto negli scorsi mesi e stabilito nell’ultimo decreto legge sulla scuola: ovvero esattamente l’opposto”.
Il Movimento 5 Stellein un comunicato afferma:
Abbiamo la spiacevole sensazione di trovarci di fronte a un bieco gioco delle parti, consumato sulla pelle del sistema di istruzione. Da un lato trapelano notizie sui tagli che potrebbero essere realizzati attraverso la spending review dal commissario Cottarelli, dal’altra il Miur afferma di non sapere nulla a tal proposito, e scarica il barile“.
Intanto non esiste crisi per le spese militari, che aumentano ancora proprio con la Legge di Stabilità.

"Così spiavo i dipendenti Coop"

martedì 17 dicembre 2013 · Posted in , ,

da "libero"

Alberto R. è l’imprenditore milanese che ha collocato almeno una centrale d’ascolto per intercettare le telefonate dei dipendenti delle coop. Ha poi piazzato anche telecamere nascoste in diversi uffici e filtrato i colloqui registrati. Ed è stato regolarmente pagato dal colosso della distribuzione. Libero lo ha incontrato raccogliendo la sua inquietante confessione. Con una sola premessa: l’imprenditore ha chiesto di non apparire con il nome per esteso pur rendendosi disponibile a rendere ogni chiarimento all’autorità giudiziaria che dovesse contattarlo.
Di cosa si occupa la sua società?
«Sono titolare di un’azienda nel milanese che si occupa di tecnologie elettroniche e progettazione/installazione di sistemi di sicurezza. La collaborazione con Coop Lombardia ha avuto inizio nel 2004 allorquando sono stato contattato dal responsabile alla sicurezza, il signor Massimo Carnevali».
Perché venne contattato?

«Mi chiese la disponibilità di un’apparecchiatura atta alla registrazione di telefonate. Mi disse che Coop Lombardia voleva avviare un progetto pilota su un negozio da applicarsi successivamente a tutti gli altri, in cui ogni telefonata in entrata e in uscita relativa ai telefoni fissi fosse registrata».
Quindi fornì la centralina d’ascolto?
«Un attimo. Io dissi subito a Carnevali che disponevo di questi apparati idonei all’ascolto ma lo informai dei limiti legali inerenti l’applicabilità di tali registrazioni. Non è che uno può intercettare le telefonate dei dipendenti….».
E lui cosa le rispose?
«Che se fosse andato in porto tale progetto, prima di ogni conversazione telefonica avrebbero inserito un messaggio vocale che avvisava circa le registrazioni delle telefonate».
Questo le bastò?
«Sì, io fornisco gli apparecchi. Poi cosa ne fai sono affari del cliente. Quindi, chiariti i dettagli mi disse che il negozio scelto per il progetto pilota era il punto vendita Coop di Vigevano, chiedendomi il costo del noleggio di circa tre settimane. Considerata la possibilità di installare le mie apparecchiature in più di 50 negozi, dissi a Carnevali che qualora Coop avesse adottato tale sistema in tutti i propri negozi, per il solo progetto pilota, avrei concesso la mia apparecchiatura in comodato gratuito, al fine di verificarne l’affidabilità. Accertata la compatibilità tra le mie tecnologie e gli apparati telefonici del negozio di Vigevano, Carnevali mi comunicava che l’installazione avrebbe dovuto avvenire in orario notturano, così da non creare disagi alle operazioni di vendita».
Quindi è andato a piazzare la centralina per le intercettazioni al chiar di luna?
«Conservo tutte le agende e ho rintracciato la data del blitz. Era il 4 maggio del 2004, verso le 23.30 mi sono incontrato con Carnevali nel parcheggio del negozio Coop di Vigevano. Il capo della sicurezza telefonva all’istituto di vigilanza che gestiva l’allarme e disinserito lo stesso, apriva il negozio, facendomi entrare nell’ufficio ove avrebbe dovuto posizionarsi l’attrezzatura. Terminata tale operazione e effettuate le prove tecniche tra il telefono fisso e il portatile di Carnevali, si procedeva a reinserire l’allarme, allontanandoci».
E dopo?
«Ho rispettato l’accordo. Dopo tre settimane siamo tornati sempre in orario notturno in quel punto vendita con Carnevali e ho disinstallato l’apparecchiatura. Anche in questa occasione il responsabile coop disinseriva l’allarme e allertava la vigilanza. Carnevali mi chiese di trasportare tutto il traffico telefonico registrato su un cd che gli avrei dovuto recapitare. Dopo qualche giorno sono andato alla sede di coop Lombardia a Milano in viale Famagosta 75 e ho consegnato le intercettazioni a Carnevali insieme al programma per l’ascolto dei file. Mi fece attendere al bar sito al piano rialzato e lì gli consegnai il tutto».
Il progetto pilota come andò avanti?
«Carnevali mi disse che avrebbe dovuto partire dopo l’estate del 2005 e che prima di tale periodo sarei stato contattato dal loro ufficio acquisti. Nel dicembre del 2006 venni nuovamente contattato da Carnevali per un sopralluogo presso il suo ufficio in viale Famagosta. Lo stesso mi chiese una consulenza per installare una telecamera nascosta. Effettuai il sopralluogo che, memore della precedente esperienza, fatturai in data 11.1.2007, ma il preventivo da me predisposto, nonostante il pagamento della fattura, non venne mai preso in considerazione».
Forse avrà abbandonato l’idea di collocare la telecamera…
«O forse facevano fare a me delle prove per ottenere dei preventivi e confrontarli con qualcun altro. Nell’estate del 2007, ad esempio, rammento di aver effettuato un ennesimo sopralluogo presso l’ipercoop “la Torre” di Milano. In questa occasione il responsabile coop, tale signor Capogrosso, mi chiese un preventivo per installare telecamere nascoste in area vendita e in magazzino, finalizzate, così mi disse, eventuali dipendenti sleali. Fatturai subito l’attività di sopralluogo che mi fu regolarmente pagata ma anche in questo caso non venni più pagato per l’esecuzione dei lavori. Ebbi la sensazione che volessero come comparare i prezzi…».
E il progetto pilota, il cd con tutte le intercettazioni?
«Carnevali mi disse che il cd si sentiva male, era disturbato. Dato che l’apparecchiatura era stata schermata, era possibile che le linee telefoniche avessero creato delle interferenze che mediante un’idonea pulizia, avrebbero potuto essere eliminati. Comunicai a Carnevali le enormi tempistiche e i costi  che una simile attività avrebbe comportato ma lo stesso mi riferì di non avere fretta. Dopo qualche giorno mi recai alla sede  di Coop lombardia in viale Famagosta. Come da accordi attesi al solito bar l’arrivo di Carnevali per la consegna del cd. Il responsabile sicurezza arrivò insieme ad un’altra persona che mi veniva presentata come il signor Ferrè, dirigente di quel gruppo  (si tratta di un alto dirigente di Coop Lombardia, responsabile del patrimonio, già vice sindaco di Busto Arsizio in quota Pd, ndr)».
Ferrè era quindi il capo di Carnevali. Cosa le dissero?
«Ferrè mi chiese alcune notizie tecniche inerenti le bonifiche ambientali, informandomi che, a breve, ne avrebbe richiesto una per il suo ufficio e per la sala riunioni. Contestualmente Carnevali mi consegnava il cd riguardante la vicenda di Vigevano. Ricordavo a Carnevali e a Ferrè che avevo noleggiato l’apparecchiatura gratuitamente e che prima di iniziare qualsiasi attività di pulizia, ritenevo opportuno essere pagato per quanto già svolto. I due mi dissero di fatturare tutto a Coop lombardia. Mi dissero che non c’era alcun problema per il pagamento ma posero la condizione di indicare, come descrizione fattura, una semplice consulenza sugli impianti tvcc, altrimenti non l’avrebbero saldata».
Lei accettò?
«Ero obbligato per rientrare delle spese così feci la fattura che mi venne pagata. Tornando all’incontro il più preoccupato era comunque Ferrè che mi fece continue raccomandazioni sulla riservatezza di questi files. Me lo ricordo perché il dottor Ferrè ribadì più volte l’assoluto riserbo che rivestiva tale cd aggiungendo che era un lavoro molto delicato».
E la pulizia dei file con le intercettazioni?
«Solo lo scorso marzo sono riuscito a terminare l’attività di pulizia. Ho contattato Carnevali e gli ho consegnato il cd ripulito. Carnevali mi disse di aspettare la fine dell’estate per emettere la fattura perché doveva parlare con Ferrè per stabilire l’oggetto della stessa».
Quanto le deve coop?
«Per la pulizia delle telefonate, che sono quasi un migliaio, la fattura è di 280 mila euro».
Una cifra enorme.
«Sono lavori molto delicati, penso possa capire».

SIGLATO CCNI SULLA MOBILITA' DEL PERSONALE DOCENTE ED ATA

Nella serata del 17.12.2013  è stata siglata l'ipotesi di CCNI sulla mobilità del personale docente ed ATA.
Sono stati apportati piccoli aggiustamenti e chiarimenti e introdotte alcune previste dal DL 104/13 tra cui il blocco dei trasferimenti interprovinciali per il personale docente che da cinque anni passa a tre anni.

NOVITA': il figlio che assiste un genitore con grave disabilità , pur non usufruendo della precedenza, non è soggetto al blocco triennale per il trasferimento interprovinciale

In particolare una novità introdotta nelle note comuni alle tabelle  in realzione ai due anni di congedo per assistenza familiare portatore di handicap ( “non interrompe la maturazione del punteggio del servizio la fruizione del congedo biennale per l’assistenza a familiari con grave disabilità di cui all’art. 5 del D.L.vo n. 151/2001” e la precisazione, in ordine al punteggio relativo alla continuità che il congedo, richiesto ai sensi del decreto n. 151/2001, non interrompe la maturazione del punteggio della continuità e che il punteggio relativo alla continuità non viene interrotto, altresì, nemmeno dall’utilizzo del personale docente in altri compiti per inidoneità temporanea).
Ora l'ipotesi deve fare il suo ITER(MEF, FP) per essere definitivamente firmato.

DOPO LA FIRMA DEFINITIVA DEL CCNI SARA EMaNATA LA O.M. CHE FISSERA'  LE DATE DI PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE DI MOBILITA'  ONLINE

Dlgs.33 del 14 marzo 2013: trasparenza degli atti della Pubblica amministrazione

lunedì 16 dicembre 2013 · Posted in , ,

già ad ottobre avevamo pubblicato nota sul Dlgs.33 del 14 marzo 2013 riguardante la trasparenza degli atti della Pubblica amministrazione (scuola compresa). Pubblichiamo una sorta di vademecum su come rendere concreto questo diritto

Con il Decreto legislativo n.33 del 14 marzo 2013, entrato in vigore a metà ottobre u.s., il Governo ha attuato il riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di documenti ed informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni sui propri siti istituzionali. Si tratta di una legge importante, che prevede pesanti sanzioni pecuniarie per le amministrazioni inadempienti e precise responsabilità amministrative per i dirigenti pubblici e che, per la prima volta, attribuisce a qualunque cittadino un "diritto di accedere ai siti direttamente ed immediatamente, senza autenticazione ed identificazione", ovvero un vero e proprio "diritto alla conoscibilità" (artt. 2 e 3 del decreto).
Per questo motivo abbiamo pubblicato una scheda pratica (1) sui punti essenziali del provvedimento, evidenziando le tipologie di atti/dati/documenti che gli Enti devono obbligatoriamente pubblicare, e come difendersi in caso di mancato adempimento.
Non solo, ma abbiamo preparato anche un apposito modulo (2) per l’istanza di accesso civico, da compilare con i dati specifici dell’Ente oggetto di contestazione, da inoltrare all’Amministrazione inadempiente.
Le pubblicazioni sono a cura di Antonello Polito, legale del foro di Torino che collabora con l'associazione.

(1) Siti web della Pubblica Amministrazione trasparenti e diritto di accesso del cittadino: come esercitarlo e difenderlo
(2) Richiesta di accesso civico agli atti della Pubblica Amministrazione soggetti ad obbligo di pubblicazione web

I forconi e la deflagrazione dell’Europa

Pubblichiamo un articolo di Bifo su cui siamo sostanzialmente d'accordo ad esclusione della chiusa: perchè la deflagrazione di questa Europa neoliberista dovrebbe portare a disgrazie maggiori di quelle dell'ultimo ventennio? cobasterni

Ciò che sta accadendo in Italia va letto nel contesto della deflagrazione dell’Unione europea, provocata dall’aggressione finanzista guidata dalla Banca centrale europea e dal governo tedesco.
Da Maastricht in poi, il ceto finanzista globale ha deciso di cancellare in Europa le tracce della forza operaia del passato, la democrazia, la garanzia salariale, la spesa sociale. In nome del fanatismo liberista ha finito per sradicare le radici del consenso su sui si fondava l’Unione europea. L’effetto, però, non è solo il dimezzamento del monte salari dei lavoratori europei, la distruzione della scuola e della sanità pubblica, l’abolizione del limite dell’orario di lavoro, la precarizzazione generalizzata. E’ anche la guerra.
Era prevedibile, era previsto, ora comincia ad accadere.
La disgregazione finale dell’Unione europea possiamo leggerla sulla carta geografica.
Cominciamo da est. L’insurrezione ucraina è prova di come sia mutata la natura d’Europa. Nata come progetto di pace tra tedeschi e francesi, e quindi di pace in tutto il continente, l’Unione è oggi divenuta l’esatto contrario. Gli europeisti ucraini usano l’europeismo come arma puntata contro l’imperialismo russo, e risvegliano fantasmi del nazismo. L’ingresso in Europa è visto come una promessa di guerra, e la precipitazione del conflitto in Ucraina non potrà che avere conseguenze spaventose per l’Europa intera. Bruxelles reagirà aprendo un confronto con la Russia di Putin, oppure lascerà che la Russia di Putin soffochi una rivolta che è nata nel nome dell’Europa?
Spostiamoci a ovest. Il Parlamento catalano ha indetto il referendum indipendentista per l’autunno del 2014. I franchisti del governo madrileno hanno risposto che il referendum non si farà mai.
Nel frattempo, in Francia i sondaggi prevedono che il Front National diverrà partito di maggioranza alle prossime elezioni. A quel punto il patto franco-tedesco su cui si fonda l’Unione sarà cancellato nella coscienza della maggioranza dei francesi, e la balcanizzazione del continente precipiterà.
Questa dinamica mi pare il contesto in cui leggere le convulsioni agoniche della penisola italiana.
Il governo Letta Alfano Napolitano, filiale del partito distruttori d’Europa, è in camera di rianimazione. Può durare o crollare poco importa: non è in grado di mantenere nessuna promessa, neppure quelle fatte ai suoi padroni di Francoforte.
Il movimento dei forconi è tracimare del nervosismo sociale. Nel 2011 il movimento anticapitalista tentò di fermare l’aggressione finanzista, ma non ebbe la forza per mettere in moto una sollevazione solidale. La precarizzazione ha sgretolato la solidarietà tra lavoratori, e il movimento si risolse in una protesta che il ceto politico-finanziario, per criminale interesse e per imbecillità conformista, rifiutò perfino di ascoltare.
Ma la sollevazione non si ferma, perché ha i caratteri tellurici di una disgregazione della base stessa del consenso sociale. E’ una sollevazione priva di interna coerenza, priva di strategia progressiva. Ci sono dentro elementi di nazionalismo, di razzismo, di egoismo piccolo-proprietario, ma anche elementi di ribellione operaia, di democrazia diretta e rabbia libertaria. Non è importante la sua confusa coscienza, le contrastanti ideologie e i contrastanti interessi che la mobilitano. Conta il fatto che il suo collante obbiettivo è l’odio contro l’Europa. Questo odio non può che essere portatore di disgrazie.
Franco Bifo Berardi



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