L’Invalsi è un treno impazzito…

lunedì 15 luglio 2013 · Posted in , ,


treno
di Vincenzo Pascuzzi «L’Invalsi è un treno impazzito, che procede senza rendersi conto che a volte ci sono segnali gialli e rossi che invitano alla prudenza o all’arresto! Possibile che sia… impossibile darsi una “pausa di riflessione”?» Così si sfoga Maurizio Tiriticco su facebook! [vedi qui]
Nessun padreterno“I test Invalsi non sono il giudizio di Dio” ha detto il ministro CarrozzaMeno male! Di conseguenza, l’Invalsi non è Dio, né i vertici dello stesso Invalsi sono padreterni. Certo, già si sapeva, ma conforta la autorevole confermaPerò forse l’Invalsi si considera depositario di una qualche sua religionealtrimenti il ministro non avrebbe aggiunto che bisogna “uscire da una logica di guerre di religione” sulla valutazione. Comunque l’ordalia sembra citata impropriamente.
Nord e SudSubito stampa e media ripropongono il confronto effimero e scontato tra nord e sudMeglio il nord del sud, ma si sa da sempre ed è in relazione alla condizione economica, alla povertàE poi il confronto dettaglia bravi e meno bravi fra nord-est, nord-ovest, sud adriatico, centro, Friuli, Veneto, ecc. fino a Puglia e BasilicataQuasi che la bravura a scuola – secondo i test in questione – sia una caratteristica geografica, climatica, agricola, o ambientale(v. le cipolle rosse di Tropeale ciliegie ferrovia del bareseil tartufo bianco di Alba, ….). Forse non ha proprio senso, è controproducente, classificare le scuole in base alle loro classi e poi le regioni o le zone in base alle loro scuole. Ci si dimentica che Invalsi testa due sole materie o discipline, cioè il 20% circa della didattica, e lo fa a prescindere dal tipo e dall’indirizzo della scuola.
E la sufficienza? E poi, oltre alla classifica relativa nord-sud e regione per regione, né Invalsi, né Miur hanno indicato nessun livello di riferimento per la sufficienza e la accettabilità delle preparazioni testate. In altre parole: scuole e regioni che stanno indietro, rispetto ai mitici nord-est e nord-ovest, raggiungono almeno la sufficienza oppure no?Idem per le scuole e le regioni che stanno avanti, Trentino e Friuli compresi.
E i costi? Anzi il rapporto costi/benefici? Bisognerà pure contabilizzare i costi dell’operazione Invalsi, inclusi quelli scaricati – graziosamente e d’autorità – sulle scuole e sugli insegnantiincluse le 2 giornate di scuola sottratte a circa 3 mln di ragazziE poi quali sono i benefici? Il Trentino e il nord-est gratificati? Alcune regioni alla gogna? Al più, il rapporto Invalsi è diagnostica parziale, coatta, diffusa o a tappeto, ma nessuno indica o provvede alla terapia conseguente.
E la dispersione? Nessuna iniziativa efficace e credibile per ridurre la dispersioneProblema questo importante e gravoso, messo in ombra e parcheggiato, mentre all’Invalsi viene assegnato un binario veloce (per restare in ambito ferroviario) o una corsia preferenziale sgombra e un’auto blu munita di lampeggiante e sirenaEppure ridurre la dispersione migliorerebbe sicuramente la qualità della scuolaQuesto nessuno lo può negareE la dimensione della dispersione (20% o poco meno) non sta forse ai test Invalsi un po’ come l’evangelica trave alla pagliuzza?
Opacità e autoreferenzialitàÈ stato segnalato che manca trasparenza sia nella struttura Invalsi, che nella gestione dei suoi concorsi interni (qualcuno viene indicato come “sospetto”) e anche nella preparazione e scelta dei test.Non sono certo sufficienti le rassicurazioni di Roberto Ricciné che Daniela Notarbartolo garantisca: «Dietro le prove c’è uno studio accuratissimo. E ogni quesito viene sottoposto a un pre-test severissimo»Tanto che Giorgio Israel– solo uno degli autorevoli e noti contestatori critici dell’Invalsi – lamenta l’assenza di risposte, l’impossibilità di confronto e parla di “Invalsi autoreferenziale: anzi le loro parole sono le tavole del Sinai. Ribadiscono imperterriti di aver fatto il meglio nel miglior modo possibile, tappandosi, occhi, orecchie, ed anche il cervello”. [vedi quiÈ poi singolare che i test debbano essere effettuati in sincronia in tutte le scuole e siano gli stessi per tutti. Mike Bongiorno almeno proponeva: “Quale busta vuole? La uno, la due o la tre?”
Approccio coattoPerché costretti per legge e imposti a scuole, docenti e studenti? Con conseguenti mugugni, accettazioni rassegnate e di malavoglia oppure azioni di contrasto, scioperi, rifiuti, fino a sanzioni disciplinari?Qualcosa non tornaMiur non è in grado di proporre un più utile e civile approccio amichevole e condivisoche induca davvero partecipazione, collaborazione e sinergia? 

Rapporto Invalsi SNV PN 2013

Rapporto Tecnico Invalsi SNV PN 2013

Sintesi Rapporto Invalsi SNV PN 2013

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