Luciano Violante, il fascismo non dorme mai

lunedì 8 aprile 2013


violanteFino alla caduta del muro di Berlino dare del fascista a Luciano Violante risultava poco più di un epiteto sguaiato. "Come", ti veniva argomentato "è un esponente del Pci" e questa frase chiudeva ogni ulteriore discussione. Eppure Luciano Violante rappresentava, in modo incontrovertibile, quel gruppo di persone che erano dirigenti del Pci ma avrebbero benissimo potuto esserlo anche nel Pnf. Gente come Pecchioli e Luciano Lama avrebbero potuto essere, per fare un esempio, un ottimo dirigente dell'Ovra e un sindacalista corporativo (memorabile il ricordo di Lama da parte di Agnelli, non certo degli operai, sul Sole nel primo anniversario della morte, giusto per scacciare i dubbi sul personaggio).
Luciano Violante è stato uno dei quadrumviri di quella seconda marcia su Roma che è stata la stagione dell'emergenza tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80. E' a gente come Violante che si devono violazioni dell'ordine democratico, in nome della "democrazia" si intende, che hanno portato Amnesty a condannare l'Italia (anche per le torture). All'epoca infatti, per chi non lo sapesse, si potevano fare anche 11 anni di carcere preventivo senza processo e con uno scarso apparato probatorio. Bastava che si costruisse una accusa che suonava grave e, altro che Gip o garanzie, si finiva dentro per un lungo periodo. Come se non bastasse, fioccavano le sentenze a 20 anni di carcere, o persino l'ergastolo, per "concorso morale". Violante è stato uno dei protagonisti, zelanti inquisitori di quella stagione. Con la seconda repubblica non poteva che essere quindi che Luciano Violante ad aprire a destra per le cosiddette riforme istituzionali. Memorabile il suo discorso alle camere, subito dopo l'elezione di Prodi, di apertura alle "ragioni dei ragazzi di Salò", in materia di revisione della costituzione, con una serie di argomenti praticamente copiaincollati da un articolo di adesione alla causa repubblichina di Giovanni Gentile. Ma siccome Violante è un fascista del genere mimetico, capace di inabissarsi quando non è aria, ecco che lo ritroviamo all'inizio degli anni duemila a portare una corona di fiori in piazza Alimonda per il primo anniversario della morte di Carlo Giuliani. E' l'epoca in cui lo stesso Violante fa marcia indietro sulla questione dei "ragazzi di Salò".
Ma si tratta anche del periodo in cui Violante svela pubblicamente l'accordo sottobanco tra centrodesta e centrosinistra, la costituzione materiale della seconda repubblica. Il 28 febbraio 2002, Violante dichiara alla Camera: "l'onorevole Berlusconi sa per certo che nel 1994 gli fu data garanzia che non sarebbero state toccate le sue televisioni [nonostante la sentenza della Corte costituzionale che imponeva ad Arcore di dismettere una televisione]. Noi abbiamo dichiarato Berlusconi eleggibile [nonostante la nota legge del '57 sulle concessioni pubbliche]. E sotto il nostro governo il fatturato Mediaset è aumentato di 25 volte". Mettiamola così nonostante queste tipiche frasi di richiamo al rispetto dei patti parasociali, tra centrodestra e centrosinistra, tutto è proseguito come sempre. Qualche milione di persone ha votato centrosinistra in nome dell'antiberlusconismo (fatto da analizzare come gli episodi più ingenui di devozione mariana) e Luciano Violante ha continuato sulla sua strada. Lo ritroviamo nel 2009 pronto a chiudere un accordo, con il Pdl naturalmente, per limitare l'azione di magistrati (del resto 10 anni prima Violante propose l'amnistia per Berlusconi alla bicamerale). E' poi uno dei protagonisti della difesa di Napolitano sulla vicenda della cortina di discrezionalità calata sulla trattativa-stato mafia. Ed infine tratta con Quagliariello una legge elettorale che possa convenire ai vecchi soci forti Pd-Pdl.
Insomma, da quaranta anni ad oggi quando c'è stato di lottare prima contro gli operai, poi contro i comunisti e infine a favore di Berlusconi, Violante non è mai mancato. Non si è certo tirato indietro quando si è trattato di riconoscere, e davanti alle camere, le buone ragioni dei ragazzi di Salò.
Si tratta quindi di ricordare l'uomo, scelto a buon titolo tra i saggi da Giorgio Napolitano (un altro che della lotta contro il comunismo ha fatto ragione di vita), prima che magari la contingenza politica che lo faccia scomparire. Perchè la commione dei saggi voluta dal presidente della repubblica sembra partita male, politicamente azzoppata, e del diman non v'è certezza. Anche se si sa che Luciano Violante, come il suo omonimo Moggi, non è persona che si scoraggia facilmente.
Money never sleeps, recitava il sottotitolo del sequel di Wall Street di Oliver Stone. Mentre gli umani dormono il denaro circola sempre. Se dormi a New York si tratta in borsa a Francoforte. Se dormi ad Amsterdam si tratta sui mercati asiatici. Ma nella politica italiana, che tu sia sveglio o che tu dorma, è grazie a personaggi come Luciano Violante che il fascismo non dorme mai.

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