La Cultura è la Linfa Vitale del Domani

martedì 27 novembre 2012

Sono un docente precario di discipline giuridiche ed economiche presso un istituto professionale statale superiore della provincia di Vicenza. Sono al sesto anno di insegnamento, e scrivo questa lettera aperta perché dopo aver assistito all'intervista che l'attuale Presidente del Consiglio ha rilasciato alla trasmissione televisiva di RAI 3 “Che Tempo che Fa” del 25 novembre 2012 ho perso ogni speranza e ho fugato i pochissimi flebili dubbi che avevo rispetto a quale sia il progetto che il professor Monti e i gruppi che egli rappresenta hanno in mente al fine di “risanare” la difficile situazione del nostro Paese. Innanzitutto, quando un Primo Ministro, tanto più ammantato dell'aura imparziale del “tecnico”, mente sapendo di mentire di fronte ad una platea di milioni di telespettatori, credo sia in atto una crisi etica e culturale prima che politica. Nel minuto scarso all'interno dell'intervista in cui il Presidente Monti ha affrontato il tema della scuola, ha enunciato almeno tre evidenti bugie. La prima ha riguardato il fatto che il Primo Ministro ha dichiarato che ad un possibile aumento dell'orario di lavoro di due ore settimanali avanzato dal Governo nella recente proposta legge di stabilità si sarebbe scatenato il rifiuto da parte della classe docente. La proposta del Governo poi fatta cancellare a suon di scioperi e manifestazioni riguardava un aumento di sei ore di lezione frontale, che sarebbe naturalmente corrisposto ad aumentare l'orario di lavoro non di sei ore ma di molte di più, visto che le sei ore di lezione vanno preparate aggiornandosi e studiando, e comportano in seconda battuta tutto ciò che consegue l'avere due o tre classi in più (verifiche e compiti da preparare e correggere, attività d'istituto obbligatorie pomeridiane eccetera). A parte questa enorme bugia pronunciata in diretta senza battere ciglio, lo stesso Presidente del Consiglio ha parlato di conservatorismo e corporativismo da parte del personale docente della scuola. Balla numero due. Monti sa bene che il conservatorismo e il corporativismo in Italia imperano da sempre, ma le corporazioni e le caste non sono certo quelle costituite da lavoratori del settore dell'istruzione che guadagnano 1,300 euro al mese dopo avere conseguito lauree, master e a volte dottorati di ricerca. Basta leggere un qualsiasi articolo o libro del professor Michele Ainis o di giornalisti quali Sergio Rizzo o Gian Antonio Stella per capire dove si annidano i privilegi e gli sprechi dell'Italia contemporanea. Purtroppo, essendo il professor Monti il vero conservatore di gruppi di interesse e corporazioni, a partire da quelle finanziarie dalle quali proviene (vedi Commissione Trilaterale, Gruppo Bildeberg, Goldman Sachs e via a seguire), non si permetterà mai di toccare o scalfire le rendite di posizione, i privilegi e le vergognose leggi (presenti anche in Europa e nel Mondo in generale) che fanno dell'Italia del 2012 una specie di feudo medievale dove la maggior parte delle persone fa una vita di sacrificio fino ad arrivare ad una pensione da miseria per permettere a pochi speculatori, affaristi, intoccabili di fare la bella vita in barba a quel minimo di meritocrazia che vanno tanto decantando il nostro Presidente del Consiglio e il Governo da lui presieduto. Aggiunge lo stesso Presidente Monti che un'apertura sulle proposte di ridimensionamento del quadro orario da parte dei docenti avrebbe liberato risorse e permesso una migliore qualità didattica. Balla numero tre. Purtroppo lo sa anche un ragazzino delle scuole medie che più ore per insegnante equivalgono a meno posti di lavoro per i docenti (e ancora una volta sono i giovani docenti precari a pagare) oltre che a peggior qualità della didattica per gli alunni. La mimica facciale e gestuale del Primo Ministro infine sono da osservare preoccupandosi. Col dito alzato ha intimato questa raffica di bugie al conduttore e alla platea, volendo in realtà subliminarmente dare un messaggio di stampo autoritario e reazionario ben preciso a chi era davanti al televisore: “Questi docenti si sono permessi di non volersi piegare alle nostre richieste, e questo fatto è intollerabile”. Questi sono contenuti e modi da monarca medievale che si rivolge ai suoi sudditi. Non avevo mai scioperato né fatto assemblee sindacali in 6 anni di carriera, oltre che non avere mai votato a sinistra in vita mia. Da quest'anno non ho mancato una manifestazione, pur perdendo almeno 140 euro di stipendio questo mese, visto che la legge italiana è così “coerente” da prevedere allo stesso tempo che scioperare è sì un diritto del lavoratore, ma che per ogni giorno in cui si sciopera si debbano lasciare allo Stato 70 euro dalla busta paga. Tuttavia il problema fondamentale è in realtà un altro. Il Professore è fermo ai concetti arcaici del liberalismo economico che ha portato il Pianeta alla crisi ambientale e sociale in cui attualmente versa. Il presidente del Consiglio è anziano dentro come fuori, e non si è mai evoluto né aggiornato rispetto a queste tematiche. Non sa di cosa si parla veramente quando si studia il concetto di capitale sociale di un'economia. La linfa vitale di un Paese è la cultura che permea le persone, e tagliare le risorse alla cultura come si sta facendo ormai da anni in Italia (ma non solo), in primo luogo nei confronti della scuola, è come tagliarsi le gambe da soli. La cultura dominante che guiderà la società di domani è quella che viene minata e svilita quotidianamente dai continui tagli all'istruzione e alle scuole, le quali hanno in realtà il compito principe di formare le teste dei cittadini di domani. Una cattiva qualità della didattica a scapito dei giovani oggi è il danno peggiore che si possa compiere per il futuro della società. Questo principio cardine di tutte le civiltà non passa minimamente per la testa dei grandi capi dei gruppi finanziari che governano il Pianeta, e i risultati di tali convincimenti sono sotto gli occhi di tutti. A furia di applicare i dettami delle oligarchie finanziarie che rappresenta e per cui lavora il Professor Monti migliora i nostri conti pubblici del presente, ma mette in rosso i conti culturali, ambientali e sociali che il Pianeta e la società dovranno affrontare di qui a breve. I trentenni di oggi non hanno futuro, ma agli studenti coi quali sfiliamo fianco a fianco nelle piazze oggi è stato tolto anche il presente.


prof. Steven GHEZZO

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