L’ANTIFASCISMO E’ DIVENTATO UN REATO?

mercoledì 16 maggio 2012

servizio su RAI3 dal minuto 9,50
REPORT SULL’UDIENZA 16.05.12
Stamattina 16.05.12 decine di persone hanno manifestato sotto il Tribunale di Terni denunciando il carattere “politico” del rinvio a giudizio di quattro antifascisti, sotto lo striscione “l’antifascismo non si processa”.
L’udienza odierna è stata brevissima in quanto il Giudice, accertata la nullità della notifica (per omonimia) ad uno dei quattro imputati, ha determinato il rinvio del fascicolo al P.M. che dovrà provvedere a nuove notifiche del decreto di citazione in giudizio dei quattro imputati.
Dopo ben due anni di indagini su quattro imputati ne hanno sbagliato uno! Questo secondo la RAT dimostra l’”accuratezza” delle indagini e come vengono spesi i soldi dei contribuenti! Oltre a questo avvio che rasenterebbe la farsa, se la questione non coinvolgesse quattro persone ci chiediamo:
L’ANTIFASCISMO E’ DIVENTATO UN REATO?
Oggi 16 maggio 2012, oltre 2 anni dal 28 febbraio ’10, giorno della contestazione ai neofascisti di casa Pound all’aviosuperficie, con una manifestazione di  centinaia di persone che gridarono in maniera netta e chiara la loro contrarietà allo sbarco dei neofascisti a Terni, inizia il processo a quattro manifestanti.
Un’inchiesta della Digos su una quarantina di manifestanti ha partorito il classico topolino: il rinvio a giudizio per quattro antifascisti accusati sostanzialmente di nulla, rispetto al tentativo di incriminazione molto più pesante tentato dalla polizia durante l’inchiesta. L’accusa, per la cronaca, è quella di lancio di fumogeni, sul bordo dell’aviosuperficie ed “adunata sediziosa” e non si capisce perché contestata ai quattro e non a tutti i partecipanti! Tutto questo durante una manifestazione pacifica, senza alcuna violenza né contatto fisico, pubblicizzata nei giorni precedenti e pubblica per quanto riguarda la piattaforma, la determinazione e la dimensione di massa. Nessuna cronaca parla di violenza (“fischi e rabbia”, “lacrimogeni [fumogeni n.d.r.] e raffica di insulti”, “tensione e scambi d’insulti”), e il carattere politico di quella manifestazione fu riconosciuta dalla stessa amministrazione comunale e dal Sindaco che modificarono il regolamento di accesso all’aviosuperficie impedendone la fruizione alla fascisteria mascherata sotto la sigla di copertura “Istinto rapace”. La stessa ATC dichiarò “niente più proselitismo politico a danno della nostra struttura” chiudendo le porte dell’aviosuperficie ai neofascisti.
Ci sembra che nel nostro paese non sia vietato manifestare l’antifascismo, ricordandone le radici proprio sotto le montagne in cui fu ucciso il partigiano Germinal Cimarelli, o denunciare il pericolo di aggressioni a militanti politici, ai centri sociali, ai migranti, agli omosessuali che lo squadrismo realizza laddove si radica sul territorio, spesso con l’appoggio di partiti politici, di gruppi economici, di apparati dello Stato ( e/o forze dell’ordine) o come sembra accadere  a Roma per il controllo di fette importanti dell’economia illegale.
Lo stesso zelo la Digos e le “forze dell’ordine” non hanno usato nei confronti di una bomba carta di chiara matrice fascista fatta esplodere la notte del 17/06/10 davanti alle sede del centro sociale Germinal Cimarelli e della Confederazione Cobas svegliando l’intero isolato.
Il processo ai 4 antifascisti, per aver manifestato insieme a centinaia di altri cittadini, tra cui vari amministratori locali ed esponenti politici, sembra essere nella logica del capro espiatorio o peggio della giustificazioni di indagini dal preoccupante sentore politico. Ricordiamo che a seguito di quella manifestazione, senza imputare nulla di concreto, la Questura di Terni emanò undici avvisi orali, provvedimenti di polizia di stampo intimidatorio in parte annullati dalla magistratura, figli della legge Scelba del ’54, pensati ed usati contro la criminalità organizzata e non certo per contrastare il diritto alla libertà politica e di espressione garantita peraltro dalla carta costituzionale. Quella stessa Questura in cui, nei muri di un ufficio, è stato esposto un calendario apologetico del dittatore fascista Mussolini!
I quattro sono stati rinviati a giudizio per aver espresso, come tanti altri, in maniera netta ma senza violenze, la loro avversione ad un’ideologia nefasta nella storia del nostro paese e pericolosa in un momento di crisi come questa.
Facciamo appello alla cittadinanza, ai giovani, ai lavoratori ed ai disoccupato, alle associazioni, ai partiti perché si sensibilizzino ed intervengano su un fatto che stride  con la storia di Terni, con la logica della stessa giustizia se non dei diritti sanciti dalla Costituzione.
RAT- Rete Antifascista Ternana: Arci Terni, Arciragazzi "gli anni in tasca", Associazione "Buaba", Associazione “Demetra”, Associazione “il Pettirosso”, Associazione "Interni Stranieri",  Associazione "Plaza de Mayo", Associazione "primidellastrada", Blob Lgc.-Laboratorio comunicazione,   Centro sociale "Germinal Cimarelli",  Circolo de “Il Manifesto”TR, COBAS comitati di base della scuola TR, Comitato antifascista cittadino di Orvieto, Confederazione COBAS, F.G.C.I., Giovani Comunisti, Partito Comunista dei Lavoratori, Partito dei Comunisti Italiani, Partito della Rifondazione Comunista, Sinistra Ecologia e Libertà, U.S.B. PG, U.S.B. vigili del fuoco Umbria, U.S.P.K.

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