Contributi scolastici volontari:difendersi dalla truffa

Come difendersi dalle richieste indebite delle scuole e far valere i proprio diritti

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I contributi scolastici sono volontari, eppure in molte scuole come per magia diventano obbligatori. I cobas della scuola da tempo denunciano questo abuso e offrono consulenza a docenti, studenti e famiglie alle prese con le richieste indebite delle scuole. 
Abbiamo preparato per voi una guida per capire come stanno esattamente le cose e per aiutarvi a decidere se pagare o no.

Si può segnalare una scuola che chiede i contributi in forma obbligatoria?
Il MIUR, con le nota  nota 1007/11 e la nota 312/12  (che vi consigliamo di leggere) ha ribadito che i contributi scolastici sono volontari. Se ci sono scuole che lo richiedono in forma obbligatoria, basta segnalarle all'Ufficio Scolastico Regionale dell'Umbria. Se non sapete come si fa, potete scrivere a cobastr@yahoo.it

Cosa sono i contributi scolastici?
I contributi scolastici sono deliberati dai Consigli di Istituto. Il comma 622 della legge 296/2006 (finanziaria 2007), intervenendo nuovamente sul tema dell’obbligo di istruzione, della durata di dieci anni e del suo innalzamento, ha tra l’altro stabilito che “resta fermo il regime di gratuità ai sensi degli articoli 28, comma 1, e 30, comma 2, secondo periodo, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226”.

Come si riconosce un contributo scolastico? 
Si distingue dalle tasse erariali perchè viene pagato direttamente all'Istituto dove siete iscritti. Pertanto il bollettino postale è intestato all'Istituto stesso e non all'Agenzia delle Entrate, come avviene per le tasse erariali che sono facilmente riconoscibili perchè hanno il CCP n. 1016. Vengono presentati con diversi nomi: contributo scolastico, contributo interno, contributo e via dicendo.

I contributi scolastici obbligatori o volontari? 
In ragione dei principi di obbligatorietà e di gratuità , non è consentito imporre tasse o richiedere contributi obbligatori alle famiglie di qualsiasi genere o natura per l’espletamento delle attività curriculari e di quelle connesse all’ assolvimento dell’obbligo scolastico (fotocopie, materiale didattico o altro) fatti salvi i rimborsi delle spese sostenute per conto delle famiglie medesime (quali ad es: assicurazione individuale degli studenti per RC e infortuni, libretto delle assenze, gite scolastiche, ecc.). Eventuali contributi per l’arricchimento dell’offerta culturale e formativa degli alunni possono dunque essere versati dalle famiglie solo ed esclusivamente su base volontaria.

Quali sono le leggi e/o i documenti che affermano la volontarietà del contributo scolastico?Sono molti i documenti ufficiali che permettono di accertare la volontarietà del contributo scolastico. Ecco i principali:

Circolare Lucrezia Stellacci - Capo Dipartimento Miur - 7 Marzo 2013
Circolare Lucrezia Stellacci - Capo Dipartimento Miur - 20 Marzo 2012
Lettera di Giovanni Biondi - Capo Dipartimento Miur -28 Aprile 2011
-Intervento ufficiale del 22 Gennaio 2011 del Ministero della Pubblica Istruzione
Pagina domande frequenti dell'Ufficio Relazioni con il pubblico del Ministero della Pubblica Istruzione;
Testo Unico (DLgs 297/1994) art. 200 - Tasse scolastiche e casi di dispensa
Parere dell'Ufficio Scolastico Regionale dell'Emilia Romagna
Intervista a Giorgio Rembado, capo del sindacato dei presidi

In particolare nel parere dell'Ufficio Scolastico Regionale dell'Emilia Romagna si legge che il Testo Unico deve essere considerato l'unico riferimento per la disciplina delle tasse scolastiche. Pertanto il pagamento delle tasse scolastiche erariali rappresenta la sola condizione indispensabile per la regolarità dell’iscrizione e della frequenza degli alunni appartenenti al segmento di istruzione non obbligatoria.

Possono rifiutare la domanda di iscrizione se non pago il contributo volontario?
No, come affermato precedentemente le scuole non risultano titolari di autonomo potere impositivo di tasse e contributi, facoltà questa riservata esclusivamente allo Stato. Quindi non possono obbligare il cittadino a pagare alcun tipo di somma e non possono rifiutare una domanda di iscrizione a causa del mancato pagamento.

Il mio Dirigente Scolastico afferma che il contributo si deve pagare perché lo ha stabilito il Consiglio di Istituto. E' vero?
Falso. Il Consiglio di Istituto non risulta titolare del potere di cambiare la natura del contributo scolastico, che è volontaria. Al più può deciderne l'entità e stabilire le attività per le quali è destinato. Lo afferma in questo articolo anche Giorgio Rembado, capo del sindacato che rappresenta in presidi.

Cosa si è obbligati a pagare?
Gli studenti che abbiamo adempiuto all'obbligo scolastico sono obbligati a versare le cosiddette tasse scolastiche. L’impianto normativo tuttora in vigore in tema di tasse scolastiche (art. 200 d.lgs 297/1994) prevede quattro distinti tipi di tributo: di iscrizione, di frequenza, di esame e di rilascio di diploma.

Tassa di iscrizione: E’ esigibile all’atto dell’iscrizione ad un dato corso di studi secondari, non è rateizzabile ed è devoluta integralmente all’Erario. L’importo è di 6,04 euro.

Tassa di frequenza: deve essere corrisposta ogni anno. La tassa deve essere pagata per intero sia nel caso che l’alunno si ritiri dalla scuola sia nel caso che sia costretto ad interrompere la frequenza per motivi vari. Il pagamento è riconosciuto valido, in caso di trasferimento di uno studente da istituto statale al altro statale, dalla nuova scuola. Costo 15,13 euro.

Tassa di esame: Deve essere corrisposta esclusivamente nella scuola secondaria superiore in unica soluzione al momento della presentazione della domanda per esami di idoneità, integrativi, di licenza, di qualifica, di Stato (ex maturità). L'importo è di 12,09 euro.

Tassa di diploma: La tassa deve essere corrisposta in unica soluzione, al momento della consegna del titolo di studio. Costo  15,13 euro.

Se non voglio pagare come posso fare?
Come ampiamente spiegato nei punti precedenti, ogni studente ha diritto ad usufruire dei servizi didattici essenziali senza dover pagare, proprio perché il contributo scolastico volontario dovrebbe essere destinato ad ampliare l'offerta formativa. Pertanto l'unico contributo che uno studente è tenuto a pagare alla propria scuola è rappresentato dal rimborso delle spese sostenute dalla stessa per conto delle famiglie: libretto delle giustificazioni, carta per le pagelle (che stanno sparendo in favore del digitale) e polizza assicurativa, sempre che la la scuola ne abbia sottoscritta una. Queste voci di spesa non possono superare i 20-25 euro. Fate quindi presente al Dirigente Scolastico che avete intenzione di pagare alla scuola solo il rimborso di queste spese mediante una email o una lettera da presentare al protocollo o inviata con raccomandata A/R. Nella lettera comunicate le vostre intenzioni di pagare solo la parte del contributo scolastico strettamente obbligatoria, citando documenti e leggi elencati precedentemente, allegandone preferibilmente una copia.
 Ecco un modello.



Chi è esentato dal pagamento delle tasse scolastiche?
Ai sensi dell’art. 200 d.lgs 297/94, l’esonero del pagamento delle tasse scolastiche può essere ammesso per merito, per motivi economici, e per appartenenza a speciali categorie di beneficiari. Questi tipi di esonero valgono per tutte le tasse scolastiche ad eccezione della sola tassa di diploma.

A cosa sono destinati i contributi scolastici?
I contributi scolastici dovrebbero essere finalizzati all'innovazione tecnologica, all'edilizia scolastica e all'ampliamento dell'offerta formativa (DL. 40/2007 Legge Bersani). Nella realtà le scuole li utilizzano spesso per coprire le spese ordinarie: pulizie, manutenzione, fotocopie, supplenze brevi, ecc.

I contributi scolastici sono detraibili dalle tasse dei genitori?
Tutti contributi volontari versati alle scuole durante l'arco dell'anno scolastico, possono essere detratti dalle persone fisiche nella misura del 19%, purché venga conservata ricevuta del versamento e nella causale sia stata specificata la seguente dicitura: erogazione liberale per (almeno una delle seguenti motivazioni) innovazione tecnologica; ampliamento dell'offerta formativa; edilizia scolastica.Spesso le scuole, per evitare di far scoprire alle famiglie che il contributo è volontario, non forniscono questa indicazione. Così il contributo pagato non può essere nemmeno detratto dalle tasse.

Perché bisogna pagare l'assicurazione se c'è l'INAIL?
Le scuole sono obbligate a sottoscrivere una polizza assicurativa con l'INAIL per ogni alunno, che in questo caso viene considerato come un lavoratore a tutti gli effetti (Circolare INAIL n. 19 del 4 aprile 2006). Quest'ultima garantisce solo per gli infortuni che si svolgono nel corso delle attività di laboratorio e di educazione fisica. Per questo motivo spesso le scuole sottoscrivono un'ulteriore polizza assicurativa che offra maggiori tutele e che viene fatta pagare attraverso il contributo volontario, trattandosi di un rimborso spese.

Perché i Dirigenti Scolastici ricorrono al contributo scolastico?
Il Ministero da anni sta tagliando i fondi destinati agli Istituti Scolastici, pertanto per riuscire ad assicurare il funzionamento delle scuole sono costretti a chiedere soldi alle famiglie. Se una volta il contributo era meno oneroso e destinato ad ampliare l'offerta formativa, oggi serve soprattutto a garantire il funzionamento base delle scuole: manutenzione, pulizia, materiale di consumo da ufficio come carta e toner, ecc. Inoltre serve ad anticipare il denaro per pagare le supplenze brevi, che in teoria sono a carico dello Stato ma in pratica da anni ricadono sulle scuole pur non essendo previsti dei fondi appositi.

Cosa mi consigliate di fare?Sono 20 anni, dal nefasto ministro Luigi Berlinguer che lo stato sta devastando le scuola pubblica, attraverso tagli al personale, al tempo scuole, ai bilanci mentre aumentano i finanziamenti alle scuole private con lo stratagemma dei contribuiti alle famighlie per violare l'art. 33 della Costituzione che li vieta (senza oneri per lo Stato). Se le famiglie continuano a pagare i tagli dei governi la spirale del peggioramento delle scuole pubbliche non si arresterà, trasformandole di fatto in strutture a pagamento. Non pagate per opporvi alle politiche neoliberiste di distruzione della scuola pubblica contro la scuola miseria ma anche perchè quei fondi spesso servono a progetti inutili che attaccano la didattica frontale e finanziano la scuola vetrina e progetti inutili spesso finalizzati a premiare i ruffiani dei presidi manager.

Per saperne di più:
Non paghi il contributo, ti mando l'esattore
Non paghi il contributo, ti boccio
Non paghi il contributo, niente libretto giustificazioni
Maturità a pagamento
Presidi: i contributi sono volontari
La battaglia del Verga di Adrano
No contributi, no pagella
Chi prende il debito paga i corsi
Scuole in bolletta
Contributi perchè pagare ingiustamente?

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