Archive for agosto 2014

POCHE IMMISSIONI IN RUOLO, NESSUNA INVERSIONE DI TENDENZA

venerdì 8 agosto 2014

Con le Note prot. nn. 7955 e 7957 del 7 agosto 2014, il Miur ha pubblicato i dati delle immissioni in ruolo 2014/2015: 33.380 posti autorizzati (28.781 docenti compreso sostegno e 4.599 Ata), suddivisi per ordini di scuole e profili, per classi di concorso e province (scarica qui).
Ma questi numeri potrebbero aumentare con l’attuazione del “piano straordinario” dell’ex ministra Carrozza che è ancora in via di conclusione: si parlerebbe di circa 18.000 posti, 4.000 di sostegno.
Se consideriamo che il 1° settembre 2014 andranno in pensione almeno 17.000 colleghi e che sono oltre 140.000 le supplenze annuali attribuite al personale docente e A.T.A. (quasi un precario ogni 6 colleghi di ruolo, oltre il 14% sul totale degli occupati!), capiamo bene che nessuna vera inversione di tendenza si sta realizzando: il precariato continuerà a esistere nelle sue forme pervasive e croniche.
Se il Governo avesse davvero intenzione di migliorare la condizione della Scuola e di chi da anni in essa lavora, una cosa sola dovrebbe fare: assumere tutte le migliaia di colleghi e colleghe sfruttati da decenni, eliminando le classi pollaio, ripristinando il turn-over e abrogando la “Fornero” per svecchiare il più anziano corpo docente d’Europa.

ALLA THYSSENKRUPP SI MINACCIA LA MOBILITA’, NON SI RINNOVANO I CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO MENTRE SI FANNO LAVORARE I PENSIONATI

Sembra giunta ai capitoli finali la lunga storia dell’acciaieria di Terni. Dagli anni ’90, dopo le privatizzazioni che hanno successivamente permesso lo spacchettamento della fabbrica, con la svendita “ai saldi” dell’impianto produttivo alla Thyssenkrupp, si è arrivati dieci anni fa -con l’avallo dei sindacati concertativi- al “furto” del magnetico, vero cuore della produzione di fabbrica, portato in Germania ed ora siamo all’inizio della fine con l’annuncio di un migliaio di tagli ai posti di lavoro. Sia nel 2004 che oggi i momenti più alti, che hanno rilanciato le lotte e prospettato un diverso finale sono stati determinati dalla radicalità e dallo spontaneismo operaio: nel 2004 quando i vertici della TK furono assediati all’Hotel Garden in via Bramante ed oggi dopo il blocco dell’AD Lucia Morselli, nota “tagliatrice di teste” nominata all’inizio di luglio – dopo pubbliche dichiarazioni della dirigenza sulle prospettive di sviluppo dell’acciaieria di Terni- per procedere alla dismissione della produzione a caldo e alla mobilità (cioè di fatto al licenziamento) per i lavoratori delle società controllate (SDF, TUBIFICIO,ASPASIEL,ARASCO EX ILSERV…..). Infatti nel pomeriggio del 31 luglio, dopo un breve ed improduttivo blocco dell’A1 realizzato la mattina che avrebbe dovuto portare alla ribalta nazionale la vertenza dell’acciaieria di Terni e che non aveva neanche avuto l’onore della notizia sui TG, gli operai, alla notizia che nella palazzina dirigenziale di viale Brin era in corso la firma per la messa in mobilità di 586 operai delle società controllate ( sono scesi immediatamente in sciopero circondando la palazzina ed entrando dentro lo stabile. L’AD è stata sotto il controllo degli operai per 14 ore, sino alle 5:30 del mattino quando è stata fatta uscire dalla palazzina dalla Polizia. Il giorno dopo le procedure di mobilità sono state bloccate. La radicalità e la rabbia operaia per un futuro senza salario è stata poi controllata dai sindacalisti di mestiere arrivando alla fine dello sciopero la sera del 3 agosto per garantire ulteriori profitti alla proprietà, permettendo proprio quello che era stato disatteso dalla dirigenza: il rispetto delle commesse che il 31 luglio era diventato secondario riguardo alla premura padronale di iniziare la mobilità, lo smantellamento produttivo, i licenziamenti. Se tutto è “sospeso” sino al 4 settembre l’offensiva contro gli operai non va in vacanza: infatti non vengono rinnovati i contratti a tempo determinato dei dipendenti AST, mentre si continuano a far lavorare i pensionati. Questo succederà dall’11 agosto all’officina meccanica con l’avallo, o almeno il silenzio complice, dei sindacati concertativi che continuano a fare il loro lavoro di pompieri rispetto alla rabbia operaia, garantendo la produzione e i profitti aziendali. I cobas denunciano questa deriva e chiedono di bloccare –da anni- il lavoro dei pensionati all’interno della fabbrica: che senso ha lasciare operai cinquantenni con famiglie senza stipendio per far lavorare chi già percepisce una pensione ogni mese, se non quello dello spremere chi lavora come un limone fregandosene della vita di chi rimane senza salario? NO ALLA MOBILITA’ PER I LAVORATORI DELLE CONTROLLATE NO AL LAVORO DEI PENSIONATI IN AST,NO AI LICENZIAMENTI, SI AL RINNOVO DEI CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO LOTTA PER LA DIFESA DEL SALARIO COBAS AST-THYSSENKRUPP

Quota96: le promesse e gli inganni del governo Renzi

Ieri la ministra Madia ha annunciato gli interventi soppressivi al decreto sulla PA , tra i quali quello che sopprime l’emendamento per i Quota96. I rilievi della Ragioneria Generale dello Stato hanno vinto ancora una volta. Non sono passati neppure gli emendamenti per la revisione dei limiti di età per professori universitari e primari, e la cancellazione delle penalizzazioni Fornero per l’uscita anticipata dal lavoro. Rimane invece l’emendamento che permette ai giornalisti il prepensionamento con 57 anni di età e 18 anni di servizio! Il diktat è chiaro: la riforma Fornero non si tocca Esponenti della maggioranza sostengono che il Governo interverrà, in tempi brevi, con un provvedimento specifico per sanare questa ennesima ingiustizia perpetrata nei confronti dei Q96. Come aveva affermato la ministra Giannini, per chiudere “un capitolo che risolve un problema e apre un’opportunità per 4.000 giovani che possono essere assunti”, sarà così? * * * Ennesima e insopportabile truffa nei confronti dei Quota96 Le promesse e gli inganni del governo Renzi Difendono ancora la famigerata riforma Fornero Ennesima e insopportabile truffa nei confronti dei Quota96 quella annunciata ieri dal governo Renzi, inarrivabile nel promettere, ingannare e non mantenere, ennesima beffa a cui sono sottoposti i 4.000 lavoratori della scuola Quota96 (nati nel 1951 con 35 anni di contributi, oppure nel 1952 con 36 anni, o con 40 anni senza limiti di età al 31 dicembre 2012), pensionandi obbligati dalla folle riforma Fornero a rimanere al lavoro coatto fino a sei-sette anni in più del dovuto. E la beffa/truffa frustra anche le attese dei precari/e sui 4.000 posti che si sarebbero resi disponibili. Dopo tre anni di iniziative e di lotte, quando ormai sembrava vicina la sacrosanta uscita dal lavoro, dopo un improvviso attacco da parte di Cottarelli, uomo del Fondo Monetario Internazionale, supportato da alcuni giornalisti incompetenti e di regime – ai quali per inciso continua ad essere garantito, con l’emendamento 1ter al decreto legge sulla Pubblica Amministrazione, il prepensionamento con 57 anni di età e 18 anni di servizio – è arrivato il contrordine dei poteri forti: i disastri creati dalla riforma Fornero non si toccano. Non si tratta solo dei 170 mila esodati, ma anche di 4.000 lavoratori della scuola vittime dell’ignoranza e della superficialità della Fornero e dei suoi compari (Monti, PD, PDL), che non tennero conto che i lavoratori/trici della scuola hanno un’unica uscita possibile per la pensione e cioè il 1° settembre. I lavoratori di tutti gli altri settori sono andati in pensione con gli stessi requisiti al 31/12/2011, quelli della scuola non hanno usufruito di tale possibilità perché bisogna far coincidere per legge il collocamento in pensione con la fine dell’anno scolastico. Non si tratta quindi di pre-pensionamento, come dolosamente viene fatto credere, ma di porre rimedio – seppur tardivamente – ad una discriminazione, adattando la normativa alla specificità della scuola. Mentre denunciamo la passività e la complicità dei sindacati di Stato, che hanno accettato senza batter ciglio e senza indire scioperi la riforma Fornero e il sopruso nei confronti dei Quota96, siamo pronti a indire tutte le iniziative possibili per il riconoscimento dei diritti acquisiti dei Q96, organizzando immediate mobilitazioni per i lavoratori della scuola e per tutte le realtà coinvolte del lavoro pubblico e del privato, come passo essenziale della lotta di tutti i lavoratori/trici e dei precari per l’abolizione della riforma Fornero. Le sedi Cobas rimangono a disposizione di tutti i Quota 96. http://cobasscuolapalermo.wordpress.com/2014/08/05/q96/

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