IL REGALO DI NATALE DELLA COOP: SE LA COOP SIAMO NOI, NOI VOGLIAMO IL RITIRO DEI DUE LICENZIAMENTI !

qui sotto il bel comunicato stampa di Rifondazione Comunista in solidarietà con i licenziati della Coop Centro Italia

IL REGALO DI NATALE DELLA COOP 
SE LA COOP SIAMO NOI, NOI VOGLIAMO IL RITIRO DEI DUE LICENZIAMENTI !
 Rifondazione Comunista ritiene inaccettabile il licenziamento dei due lavoratori della Coop Centro Italia di Terni accusati, secondo quando riferiscono i rappresentanti sindacali di base dell’ipermercato, del furto di prodotti dolciari per un importo di pochi euro.
Il PRC chiede il ritiro del provvedimento e l’immediato reintegro sul posto di lavoro dei due lavoratori.
In ogni luogo di lavoro, per regolare l’organizzazione delle attività, ci sono regole scritte e non scritte. Quest’ultime, venendo tacitamente rispettate da tutti, nell’arco della giornata lavorativa, hanno pari validità, perché funzionali e regolatrici dei rapporti tra subordinati e capi.  
All’ipermercato, come affermano i colleghi dei licenziati, era consuetudine che la merce deteriorata, oramai invendibile, fosse a disposizione dei dipendenti.
Ma le regole non scritte smettono di essere valide nei momenti di conflitto ed anzi diventano un’arma impugnata contro i lavoratori, come nel caso in questione.
Ed è da tempo che c’è conflitto all’interno dell’ipermercato di Via Gramsci su diverse questioni sindacali, come evidenziato anche  pubblicamente dalle polemiche sulla gestione delle festività del 25 Aprile e Primo Maggio.
E così si arriva al punto, riportato dai quotidiani locali, che per il consumo, non autorizzato, di qualche merendina o caramella non più commerciabile, scatti l’accusa di appropriazione privata e si mettano, dopo anni di servizio, due persone (una delle quali sulla soglia della pensione) e le loro famiglie, d’improvviso in mezzo alla strada.
Un provvedimento spropositato e di inaudita violenza se si pensa che è stato preso, a quanto pare, senza prima ricorrere al richiamo o applicando sanzioni disciplinari meno gravi del licenziamento.
La cosa grave, ma ormai non più sorprendente, è il silenzio, sulla vicenda, dei sindacati confederali, CGIL compresa.
Di casi simili a questo, nel silenzio generale, ce ne sono decine ogni giorno in tutto il territorio nazionale: è il frutto della cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.
Mano libera ai padroni di licenziare come e quando vogliono: questa è la ricetta che dovrebbe portare a nuova occupazione, anche secondo il “giovane  Renzi”, neo segretario di quel partito che, solo qualche decennio fa, era alla testa del movimento operaio e rappresentava il più forte partito comunista d’occidente.
Che tutto questo accada dentro un’azienda come la Coop (con il suo particolare patrimonio storico) che ha, per ironia della sorte, la propria sede in una via dedicata ad Antonio Gramsci, è la migliore rappresentazione della drammatica involuzione democratica e culturale del nostro Paese e del vero significato del riformismo propinato in questi anni dalle forze politiche di Governo, come unico rimedio alla crisi economica.
E’ ora di opporre alle controriforme dei padroni e di questo Governo un nuovo protagonismo delle classi lavoratrici e dei loro diritti, partendo dai territori e dalle tante, troppe prevaricazioni che si consumano quotidianamente, come nel caso dei due licenziati alla Ipercoop di Terni. 

PARTITO della RIFONDAZIONE COMUNISTA
Federazione di Terni
 
Terni, 27 Dicembre 2013

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