Nell'organico pure gli spezzoni

sabato 13 luglio 2013 · Posted in ,


Contenere e possibilmente ridurre la consistenza dell'organico di fatto rispetto a quello di diritto, considerando anche gli spezzoni residui. Il monito viene dall'amministrazione centrale che lo ha rivolto agli uffici periferici con la circolare sull'organico di fatto di quest'anno, emanata il 4 luglio scorso (n.18).
Il ministero ha chiarito, dunque, che le dotazioni organiche dovranno essere calcolate sommando cattedre e spezzoni.
Perché quello che conta non è il numero delle sole cattedre, ma il numero degli stipendi da pagare. Che dovrà coincidere esattamente con quello della dotazione autorizzata. Insomma, sono tempi duri, e tutti devono fare la loro parte. E soprattutto non c'è un minuto da perdere per garantire il corretto avvio del prossimo anno scolastico. A questo proposito l'amministrazione ha stabilito che i dirigenti scolastici del primo ciclo e secondo ciclo dovranno comunicare agli uffici, non oltre il 10 luglio per le scuole del primo ciclo, ed entro il 15 luglio per le scuole del secondo ciclo, sia le variazioni del numero delle classi, sia il numero dei posti e degli spezzoni di orario residuati dai completamenti.
Gli uffici sono già pronti per disporre le operazioni di loro competenza. Perché il ministero nell'ultima settimana di giugno ha chiamato a raccolta dirigenti e funzionari addetti agli organici ed ha organizzato un mega-corso di formazione tenuto dai vertici dell'amministrazione centrale.
Durante l'incontro formativo i dirigenti centrali hanno spiegato ai quadri degli uffici territoriali l'utilizzo delle funzioni che sono state predisposte per comporre le cattedre e gli organici. Ed hanno spiegato dettagliatamente come fare per comporre le cosiddette cattedre fittizie.
Le cattedre, cioè, che vengono fuori in organico di fatto e che, o sono coperte da un titolare temporaneamente assente oppure derivano dall'assemblaggio di spezzoni. Perché l'organico di fatto deriva, appunto, da una serie di disponibilità residuali rispetto all'organico di diritto. Queste disponibilità comprendono non solo le cattedre vacanti e gli spezzoni rimasti vuoti in organico di diritto. Ma anche le cattedre dei docenti assenti per distacco, comando aspettativa o utilizzazione in altri compiti.
L'organico di fatto vero e proprio risulta, dunque, anche dall'aggregazione di ore lasciate libere dai distaccati e dai comandati. E da tali aggregazioni vengono fuori spezzoni e cattedre cosiddette fittizie, perché in realtà sono provviste di titolare, che però è occupato in altre mansioni. Se le cattedre così costituite sono formate da ore aggregate nella stessa scuola, si parla di cattedre interne. Se invece sono composte con spezzoni appartenenti ad altre scuole, si parla di cattedre orario esterne.
Dopo tutte queste operazioni, gli uffici potranno accedere al quadro complessivo delle disponibilità. E secondo quello che prevede la normativa contrattuale, gli uffici medesimi dovrebbero anche pubblicarlo, così da consentire ai docenti interessati di prenderne visione per orientarsi nella scelta delle preferenze da apporre nelle domande di utilizzazione o assegnazione, finalizzate ad accedere alla mobilità annuale. Che viene chiamata così perché i provvedimenti hanno la durata di un anno e non comportano un cambio della sede di titolarità. In organico di fatto vengono effettuate anche le cosiddette ottimizzazioni. Meglio note come «miglioramenti cattedra». Si tratta di operazioni che vengono effettuate dagli uffici periferici, a domanda del docente interessato, che consistono nella riarticolazione della cattedra nel senso richiesto dal medesimo.
Generalmente consistono nella sostituzione dello spezzone o degli spezzoni di completamento. In questa fase, infatti, gli uffici non hanno competenza circa la sostituzione dello spezzone di titolarità.
E cioè dello spezzone che viene indicato per primo nel provvedimento di assegnazione della cattedra e che, generalmente è quello di maggiore consistenza. L'ottimizzazione è prassi consolidata e in alcune regioni è anche regolata dal contratto regionale.

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