Cambiano organi collegiali e assemblee le scuole avranno Statuto e Regolamento

mercoledì 24 ottobre 2012

Il Consiglio d'istituto diventa Consiglio dell'autonomia, viene ridimensionata la presenza dei docenti. Gli istituti potranno ricevere contributi da associazioni no-profit e fondazioni e dovranno dotarsi di un nucleo di autovalutazione

di SALVO INTRAVAIA

CAMBIANO gli organi collegiali delle scuole e le assemblee degli studenti, gli istituti dovranno dotarsi di uno Statuto e di un Regolamento e potranno ricevere contributi da fondazioni e associazioni no-profit. Ecco alcune delle novità introdotte dalla norma sull'autogoverno delle scuole, ex ddl Aprea, votata pochi giorni fa dalla commissione Cultura della Camera in sede legislativa. Ora il provvedimento passerà al Senato e potrebbe trasformarsi in legge in pochissime settimane.

La riforma degli organi collegiali delle istituzioni scolastiche, vecchi di quasi quarant'anni, era ormai necessaria dopo l'ultimo ventennio di riforme che hanno modificato profondamente tutti i cicli scolastici e il governo delle scuole. Il provvedimento, dopo diverse modifiche nell'arco di quattro anni, è passato a stragrande maggioranza: 24 voti favorevoli, un astenuto e quattro contrari. E mentre il Pd e l'Associazione genitori scuole cattoliche difendono il testo varato ieri dalla Camera, gli studenti e la Gilda degli insegnanti lo bocciano senza appello.

Ma di cosa si tratta? Con le nuove "Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche statali", gli istituti dovranno dotarsi di uno Statuto e di un Regolamento che regolino tutta la vita scolastica. Più precisamente, "gli statuti regolano l'istituzione e la composizione degli organi interni, nonché le forme e le modalità di partecipazione della comunità scolastica. Per quanto attiene il funzionamento degli organi interni le istituzioni scolastiche adottano
i regolamenti". Così i vecchi organi collegiali cambieranno nome e fisionomia.

Il Consiglio d'istituto prenderà il nome di Consiglio dell'autonomia, sarà formato da genitori, insegnanti e studenti, nelle scuole superiori. Inoltre da un rappresentante del personale non docente, dal dirigente scolastico, dal Direttore dei servizi amministrativi e, se deliberato dai due terzi dei componenti, anche da un massimo di due rappresentanti esterni. In tutto, da nove a 13 membri. La componente docente viene fortemente ridimensionata e resa paritetica a quella dei genitori - o dei genitori più gli studenti, nelle scuole superiori. Attualmente è doppia rispetto a quella dei genitori.

Il Consiglio rimarrà in carica tre anni e, per la prima volta, si aprirà alle forze politiche, sociali e professionali del territorio. Di fatto, sarà il cuore organizzativo e gestionale della scuola: "Ha compiti di indirizzo generale dell'attività scolastica", recita il testo. E come, avveniva per il vecchio Consiglio d'istituto, sarà presieduto da un genitore. Il dirigente scolastico avrà il compito di "gestire le risorse umane, finanziarie e strumentali". E risponderà "dei risultati del servizio agli organismi istituzionalmente e statutariamente competenti".

Il Consiglio dei docenti prenderà invece il posto dell'attuale Collegio e continuerà - anche nelle eventuali articolazioni in dipartimenti e commissioni - a curare gli aspetti della didattica e della programmazione dell'azione educativa. I consigli di classe continueranno a svolgere le funzioni svolte finora. Mentre le assemblee studentesche alle superiori cambieranno pelle: saranno "le istituzioni scolastiche, nell'ambito dell'autonomia organizzativa e didattica riconosciuta dalla legge" a prevedere "forme di partecipazione alle attività della scuola degli studenti e delle famiglie, di cui garantiscono l'esercizio dei diritti di riunione, di associazione e di rappresentanza".

Una delle novità introdotte dal disegno di legge è l'obbligatorietà per le scuole di dotarsi di un Nucleo di autovalutazione "dell'efficienza, dell'efficacia e della qualità complessive del servizio scolastico" che redigerà annualmente un rapporto da rendere pubblico. Il nucleo - che avrà da cinque a sette membri - dovrà prevedere la presenza di almeno un insegnante, un genitore, uno studente (per le scuole superiori), un esperto esterno. Infine, il Consiglio dell'autonomia "promuove annualmente una conferenza di rendicontazione, aperta a tutte le componenti scolastiche ed ai rappresentanti degli enti locali e delle realtà sociali, economiche e culturali del territorio".

Per portare avanti le proprie attività, le scuole potranno avvalersi anche di contributi ricevuti da fondazioni, associazioni e organizzazioni no-profit. E verranno ridisegnati anche gli organismi collegiali a livello territoriale: il Cnpi (il Consiglio nazionale della pubblica istruzione) diventerà Consiglio nazionale delle autonomie scolastiche, mentre le regioni potranno "istituire la Conferenza regionale del sistema educativo, scolastico e formativo", determinandone "la composizione e la durata". La Conferenza svolgerà attività consultiva e di supporto sulle materie di competenza regionale.

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