LA DIGOS SULLA STRADA DI BRUSHWOOD, PONE MOLTE DOMANDE.

domenica 5 febbraio 2012

 Lo stato autoritario, quello che preleva dalle tasche dei lavoratori e ignora quelle dei ricchi che esportano capitali nei paradisi fiscali, è venuto a bussare, 4 anni e 3 mesi dopo il 23 ottobre 2007, nelle case dei 4 ragazzi di Brushwood (i morti almeno, si spera, li abbiano lasciati stare). Perché? Perché se ti etichettano come nemico dei potenti, entri in una lista nera, che l’apparato poliziesco/giudiziario dello stato, tira fuori ogniqualvolta un pezzo del potere si sente minacciato. Così funziona la democrazia all’occidentale. Non conta ignorare persino  cosa cercano, per limitare la libertà basta che si corrisponda alla categoria del sovversivo come l’iconografia della cultura borghese lo immagina.

INFORMAZIONI SULLE PERQUISIZIONI L’iniziativa di perquisire le abitazioni dei 4 ragazzi dell’operazione Ganzer/Comodi del 23 ottobre 2007, è partita dal sostituto procuratore della Repubblica di Roma Marcello Monteleone, delegando per la perquisizione gli Ufficiali di P.G. in servizio al DAP - Nucleo Investigativo Centrale  e al Dipartimento della Pubblica Sicurezza DIGOS di Roma. E’ stata ritrovata ( da quello che ci hanno detto gli stessi agenti, nel 2010), in un Ufficio Postale una busta con 2 proiettili indirizzata al Vice Capo Vicario del DAP Emilio Somma, contenente un volantino manoscritto in stampatello a firma FAI COOP. Il Giudice scrive  di compatibilità di funzionalità grafica dello stampatello contenuto nella lettera con quello di Michele e quindi su informativa del DAP del 19/20 gennaio “ si presume che gli autori potrebbero verosimilmente  identificarsi nella cellula insurrezionalista operante dal 2007 su Territorio, composta da Michele Fabiani, Andrea Di Nucci , Damiano Corrias e Dario Polinori”. Conclude,  ordinando le perquisizioni: “considerata la necessità di acquisire al procedimento manoscritti in stile stampatello maiuscolo, degli stessi, ovunque rinvenibili in quanto prova di reato”.

Al termine delle perquisizioni sono stati sequestrati varie decine di scritti, 37 a casa di Michele, ragioni per la quale i nostri ragazzi sono stati trattenuti in commissariato fino alle 16,30. Il fatto primo che abbiamo già sottolineato, che immaginare qualcuno mano scrivere una lettera di minacce mentre è sottoprocesso per un reato che gli si vuole attribuire, dove la prova “regina” dell’accusa sarebbe una perizia calligrafica è come dargli la patente da stupido, ma tutti sanno il valore dei ragazzi di Brushwood, perciò un po’ di serietà. Una seconda considerazione evidente; il Pubblico Ministero parla  di una cellula anarchico insurrezionali sta operante dal 2007, composta da Michele, Damiano, Andrea e Dario. Ma il giudice di Terni non ha forse sentenziato che Damiano e Dario non ne  fanno parte ? Allora, il giudice Monteleone che fa, arruola anche coloro che i Giudici di Terni hanno assolto ? Terza considerazione, non sa il giudice di Roma che è in possesso dell’autorità giudiziaria una mole di scritti a mano di Michele, di perizie calligrafiche del tribunale di Terni e dei difensori di Michele, oltreché di buona parte delle lettere sequestrate visto che provengono dal carcere o sono dirette al carcere ? Domande elementari che ci fanno pensare a qualcosa di molto raffazzonato oppure c’è altro.

Una lettera con due proiettili,  nel 2010 come nel 2007, una lettera firmata COOP FAI nel 2010 come nel 2007, una lettera in parte manoscritta nel 2010 come nel 2007. Perciò le cose non possono essere che due o al giudice Monteleone interessa un colpevole qualsiasi, basta che corrisponda il colore, oppure sarà ora di chiedersi seriamente: chi ha veramente scritto la lettera alla Lorenzetti nel 2007
SE LA DEVONO FINIRE ! Lo stato autoritario dei pochi ricchissimi.

Di chi ha paura questo tipo di stato ? ce lo dicono i fatti: i lavoratori, i ceti poveri della società, i giovani, chiunque manifesti idee dalla parte degli sfruttati.

Ad ognuno poi il suo ministero, cioè la sua croce. A crocifiggere i lavoratori ci pensano la ministra che piange e il primo ministro che parla come chi gli dà a mangiare.

Ai giovani che portano il peso delle idee scomode, quelle che non piacciono al potere,  la croce è quella del potere giudiziario.

La legge è uguale per tutti. Non è vero !

I potenti non si toccano, sono proprio le “disgrazie” giudiziarie di Berlusconi che lo confermano, decine di processi, centinaia dice lui, nessuna condanna. Questo significa una cosa semplicissima per i ricchi, i potenti, la macchina giudiziaria non funziona. C’è il rito, ma il finale è sempre lo stesso.

Per i poveri, i lavoratori, chi li difende, chi si ribella alle ingiustizie è diverso, c’è il carcere, c’è la condanna  anche se si è innocenti, a meno che non ci sia una mobilitazione che smascheri  pregiudizi e depistaggi. La storia della Repubblica italiana è piena di queste storie. COMITATO23OTTOBRE  4 febbraio 2012

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