Archive for settembre 2011

FUORI LA GELMINI DA TERNI

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studenti, insegnanti, Ata e genitori sono invitati all’ASSEMBLEA CITTADINA che si terrà LUNEDI 3 ottobre presso la sede Cobas di via del Lanificio,19 per organizzare il comitato di "accoglienza"....

 L'APPUNTAMENTO e' MERCOLEDI  5 ottobre, alle ore 16 davanti alla sala diocesana a piazza Duomo per protestare contro la ministra Gelmini

MERCOLEDI 5 OTTOBRE ALLE ORE 16,30 la Gelmini interverrà  ad un convegno  organizzato (guarda caso...) dalla diocesi di Terni.

La ministra, figura di paglia di un governo che tende a smantellare l’intero impianto costituzionale del nostro paese, ha contribuito a impoverire la scuola pubblica dal punto di vista strutturale, economico e culturale: i tagli indiscriminati al personale docente ed Ata (150.000 licenziati tra i precari), la riduzione dei finanziamenti alla scuola pubblica a favore delle private, l’aumento degli alunni per classe fino, l'aziendalizzazione e la buffonata dell'Invalsi, in poche parole lo smantellamento della scuola e della università pubbliche.....

Non permettiamo che questo incontro sia un’ennesima occasione per la Gelmini e questo governo di sproloquiare sulle loro scelte, con la benedizione della curia...
RENDIAMOLO UN MOMENTO DI CONTESTAZIONE CONTRO CHI HA DEVASTATO LA SCUOLA PUBBLICA



IMPORTANTE VITTORIA DEI PRECARI A TORINO

venerdì 23 settembre 2011

L'assemblea del 16 Settembre convocata presso la sede Cobas di Torino, alla quale hanno partecipato tutti i precari e le precarie che in questi giorni si sono battuti/e per ripristinare la legalità, bloccando le nomine e mantenendo uno stato di agitazione permanente fino al giorno 12 Settembre, giorno in cui è stato convocato un presidio sotto l'USP di Torino e avuto un proficuo e lunghissimo incontro con il dirigente provinciale, dott. Militerno, esprime la propria soddisfazione per la soluzione positiva della vicenda insegnanti di sostegno nelle scuole superiori.

Avevamo proprio ragione: prima di assegnare le cattedre di sostegno ai docenti soprannumerari non specializzati bisogna esaurire le graduatorie degli insegnanti specializzati, di ruolo e non.

Finisce nel migliore dei modi, finalmente, il balletto di cattedre assegnate sui ragazzi e sulle ragazze diversamente abili.

Esprimiamo la nostra soddisfazione perchè è una grande vittoria di tutti/e i/le precari/e che in questi giorni si sono mobilitati/e e hanno portato avanti, assieme ai Cobas Scuola di Torino e ai Comitati dei genitori, una fondamentale battaglia di civiltà.

Dobbiamo, però, prendere atto che solo quest'anno le irregolarità (che si ripetono, comunque, da diversi anni) sono state eliminate e per questo motivo non possiamo che dare atto al dirigente scolastico provinciale, dott. Militerno, di aver fatto tutto il possibile per ripristinare la legalità.

Ma, a questo punto, ci chiediamo perchè negli anni precedenti nulla è stato fatto per risolvere la situazione, e, soprattutto, perchè i sindacati cosiddetti “rappresentativi” Cgil, Cisl, Uil e Snals hanno fatto di tutto per coprire le illegalità (cosa che si stava puntualmente ripetendo anche quest'anno). Non è un caso che durante le nomine del 31 Agosto e 1 Settembre sono stati loro stessi a cercare la mediazione al ribasso nel tentativo di accontentare con le “briciole” i precari.

Vorremmo, inoltre, che non ci fosse neanche il tentativo di strumentalizzazione  da parte di chicchessia perchè il risultato è stato ottenuto grazie a tutti  quei precari che si sono mobilitati dal 31 agosto e che il 12 Settembre, sotto un sole cocente, erano in via Coazze 18 a presidiare gli uffici dell'USP torinese e a parlare con il dott. Militerno per cercare di risolvere positivamente, così com'è poi accaduto, la questione degli insegnanti di sostegno.
Certamente non ci fermeremo qua; questa vittoria ci da ancora più fiducia per intraprendere e portare avanti un'altra fondamentale battaglia che in questi giorni abbiamo rivendicato: l'immissione in ruolo dei precari specializzati su sostegno nella scuola superiore, con la richiesta di un maggior numero di cattedre in organico di diritto.

Per questo motivo l'Assemblea decide di convocare al più presto un presidio sotto l'Usr Piemonte chiedendo un incontro con il responsabile degli organici scuole superiori.

Per contatti e per conoscere le nuove iniziative che metteremo in campo nei prossimi giorni puoi telefonare al n.011334345 (martedì, giovedì e venerdì dalle 16,30 alle 19,30) oppure spedire una mail a cobas.torino@yahoo.it
 
Precari e Precarie di Sostegno            Cobas Scuola Torino

Rinviato al 29 settembre il calendario delle convocazioni ATA contratti a tempo determinato a.s. 2011/12

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Prot. n. 9912                                                          Terni, 22 settembre 2011
U.O
Ordinamento ed istituzioni

                                                                          


                                                                 
                                                                  Ai Dirigenti delle Istituzioni Scolastiche
                                                                                              LORO SEDI
                                                                  Alle OO.SS. comparto scuola
                                                                                              LORO SEDI   
                                




Oggetto: calendario convocazioni ATA contratti a tempo determinato a.s. 2011/12                                                                                                         




Facendo seguito alla precedente comunicazione prot. 9527 del   5 settembre 2011 si comunica che il calendario di cui all’oggetto è rinviato al giorno 29 settembre 2011

        

NESSUN RECUPERO E’ DOVUTO SE LA RIDUZIONE ORARIA E’ PER MOTIVI NON DIDATTICI

lunedì 19 settembre 2011 · Posted in

In questi giorni ci vengono segnalate da colleghi di diverse scuole superiori proposte varie per i Collegi dei docenti di riduzione dell’unità di insegnamento a 50 o 55 minuti con motivazioni di tipo didattico (attinenti alla difficoltà di concentrazione degli studenti a reggere un orario settimanale di 32 o più ore da 60 minuti) e/o di tipo extra didattico, attinenti agli orari dei mezzi di trasporto. Tali proposte solo se deliberate con motivazioni didattiche comportano l’obbligo di recupero da parte dei docenti che si ritroverebbero nelle varie versioni a svolgere 21 unità di insegnamento da 50 minuti o 19 unità orarie da 55 minuti, con in più  (in alcuni casi) un numero di ore residue da recuperare in altre attività didattiche programmate dal Collegio docenti. Le proposte partono dal presupposto – erroneo- che i nuovi regolamenti della Riforma Gelmini – Tremonti prevedano l’obbligo di unità orarie di 60 minuti redistribuibili nell’arco della settimana.
A tal proposito facciamo presente quanto di seguito riportato.

- Non vi è allo stato alcuna fonte del diritto, pubblicata o allo stato di bozza, che preveda l’impossibilità della riduzione oraria a 50 o 55 minuti; i riferimenti alle ore di 60 minuti sono presenti solo in dichiarazioni estemporanee alla stampa o in comunicati stampa o nella Guida alla Riforma prodotta dal Miur, che notoriamente non costituiscono una fonte del diritto! Chi sostiene il contrario è tenuto a produrre la fonte normativa di riferimento.

- I regolamenti per le scuole superiori (peraltro allo stato non ancora pubblicati e, quindi, non ancora vigenti) prevedono solo il monte orario complessivo annuale e settimanale (come è noto drasticamente ridotto) così come prevedevano i (peraltro vigenti) decreti istitutivi dei vecchi indirizzi, senza innovare nulla sulla possibilità di ridurre l’unità oraria.

- La materia resta regolata dalle CM n. 243/79 e n. 192/80, dall’Accordo di interpretazione autentica del 27.9.97 dell’art. 41 del CCNL 1995 e dall’art. 28  comma 7 e 8 del CCNL 2006-2009, che prevedono in sintesi:
          - obbligo di recupero da parte dei docenti nell’ambito delle attività didattiche programmate dall’istituzione scolastica solo se la motivazione della delibera del Collegio dei docenti è di tipo didattico;
         - a tale obbligo corrisponde il diritto all’istruzione degli alunni (intera classe) a recuperare il tempo di insegnamento perso nella specifica materia in cui si è verificata la riduzione dell’unità oraria, quindi non sono legittimi recuperi in supplenze (altre materie) e corsi di recupero (solo per una parte della classe), come si evince anche dalla nota del Dirigente dell’USR della Campania del 16.10.2009 (“si rappresenta che il tempo scuola frontale deve essere garantito ad ogni alunno, rispettando puntualmente i contributi orari di ciascun insegnamento e, pertanto, non è possibile recuperare i minuti non utilizzati mediante supplenze brevi per sostituzione dei docenti assenti” ;
         - non vi è alcun obbligo di recupero se la delibera – assunta in questo caso dal Consiglio di istituto su proposta del Collegio docenti – è motivata “con ragioni estranee alla didattica”, attinenti in genere agli orari dei mezzi di trasporto (comma 7 e 8 dell’art. 28 del CCNL 2006-2009 e CM ivi richiamate).

Allo stato è quindi comunque possibile deliberare la riduzione dell’unità oraria a 50 o 55 minuti con motivate esigenze determinate dagli orari dei mezzi di trasporto senza obbligo di recupero. Ciò si rende spesso necessario per la presenza, per es., negli istituti tecnici di classi 5° che svolgono 36 ore settimanali con 6 ore giornaliere e di classi precedenti che avranno due gg a settimana con 6 ore giornaliere; né è praticamente organizzabile prevedere durate orarie diverse negli stessi giorni per le diverse classi, essendo i docenti impegnati in classi diverse nell’arco della giornata e non avendo questi ancora il dono dell’ubiquità (anche se non è escluso a priori che le richieste di flessibilità possano giungere a tali estremi!).

Con particolare riferimento a quelle proposte di riduzione dell’unità oraria che prevedono anche l’inserimento di nuove materie nelle classi prime usando il 20% dell’autonomia, si fa presente che:
-          i regolamenti prevedono l’uso dell’autonomia solo nei limiti del contingente di organico assegnato alle singole istituzioni e che un organico aggiuntivo è assegnabile solo in presenza del rispetto degli “obiettivi finanziari previsti dall’art. 64 del DL n. 112/08 convertito in L. n. 133/2008” e solo se il MEF verificherà la “sussistenza di economie aggiuntive”, cosa molto difficile a realizzarsi (art. 5 comma 3 lett. a del reg. sui tecnici richiamati anche negli altri due reg.); in pratica è quasi impossibile che venga assegnato un organico aggiuntivo indispensabile per l’inserimento di nuove materie;
-         in tal caso i colleghi a cui vengono ridotte le ore sarebbero effettivamente obbligati a recuperare nelle attività didattiche programmate dal Collegio docenti;
-         aumentare ulteriormente il numero delle materie riducendo ulteriormente l’orario a disposizione di ognuna di esse (come già fanno inopinatamente i regolamenti Gelmini) è negativo dal punto di vista didattico, perché aumenta ulteriormente la frammentazione dell’offerta formativa, che è una della cause fondamentali della dispersione scolastica.

Infine, un ultima annotazione:

-         è veramente incredibile che si proponga di risolvere le assurdità della “Riforma” con un aggravio di lavoro dei docenti, che sarebbero costretti a svolgere 21 unità orarie di 50 minuti o 19 di 55 minuti (il che comporta come è evidente un maggior dispendio psico-fisico e una minore efficacia didattica) e ulteriori ore da recuperare a parità di stipendio!!

SCUOLA AZIENDA: CRONACHE DI ORDINARIA FOLLIA...

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di Gigi Monello. Se avete un amico o un parente insegnante, chiedetegli quale aspetto del suo mestiere gli procuri più frustrazione. Credo vi risponderà, “trovarmi di fronte adolescenti che sempre meno accettano di lasciarsi giudicare, e genitori che sempre più spesso li appoggiano”. Il fenomeno è in costante aumento e, come confermano gli studi sul burnout nelle cosiddette helping professions, la pressione psicologica sui docenti è oramai ad un livello di guardia. Naturalmente, le cose non succedono per caso, e se a questo bel traguardo si è arrivati, vi dovrà pur essere una ragione. A farla breve, direi che la faccenda comincia a metà degli anni ottanta, con l’esplosione delle TV commerciali, e si perfeziona dieci anni dopo con il trionfo di Internet. Di fronte all’espansione vertiginosa delle comunicazioni e al diluvio di messaggi-flash, pulsioni consumistiche, suggestioni e volgarità varie, quotidianamente scaricato sui giovani, si rispose col più fatale degli errori; invece di spostare risorse verso la Scuola , affinché si attrezzasse per restare luogo alto dei saperi complessi, centrato su un docente-intellettuale, si preferì cavalcare l’onda e spostare la scuola stessa verso un modernismo scomposto e velleitario; finendo per trasformarla in quell’ibrido luogo di socializzazione che oggi vediamo.
È da allora che gli istituti hanno preso a riempirsi di un mare di iniziative, servizi, attività (dalla consulenza psicologica per fidanzatini in crisi alla patente per i motorini), e a farsi penosamente concorrenza a colpi di depliants colorati e allettamenti da fiera. Il tutto all’insegna di quel capolavoro del pensiero umano che è stato la Scuola-Azienda.
Si è trattato, in fondo, di una storia tutta italiana: quando mancano i quattrini, si ricorre alle due più antiche risorse dell’anima nazionale: l’espediente e la retorica. Il teorema modernista-aziendalista, accompagnato da preziosi acronimi, suonava grosso modo così: la scuola è un servizio sociale; chi vi è fisicamente “incluso” deve “essere servito”. All’incirca come accade con una azienda di trasporti: se uno sul pullman ci sale, a destinazione ci deve arrivare (“successo formativo”). Se poi durante il viaggio ti distribuiscono pure le caramelle, tanto di guadagnato (“arricchimento dell’offerta formativa”).
La caduta degli standards minimi di apprendimento era inevitabile. Come inevitabile era il corollario “sociale” di tanto geniale trovata: “Quello dell’insegnante è un mestiere sostanzialmente facile, e chiunque abbia un certo grado di istruzione può metterci il becco.

PART TIME, NEO ASSUNTI E PERIODO DI PROVA

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Il part time:
I docenti nominati a tempo indeterminato dal 1° settembre 2011 e i docenti con nomina annuale (fino al 31 agosto) o fino al termine delle attività didattiche (30 giugno) possono richiedere di svolgere l'orario di servizio in regime di part time.( Circolare della Funzione Pubblica n. 9/2011 del 30 giugno 2011)

Part time per i docenti neo immessi in ruolo
Il riferimento normativo è contenuto nel punto A20 dell'Allegato A alla Circolare ministeriale del 10 agosto 2011"A.22 E’ possibile stipulare, avendone i requisiti e le condizioni, contratti in regime di part-time, ai
sensi dell’art.73 del decreto legge 112 del 25 giugno 2008"
Per i docenti di ruolo la durata del rapporto a tempo parziale è di due anni, trascorsi i quali, si può chiedere il ritorno al tempo normale per l’anno scolastico successivo, presentando domanda di revoca del part time entro il 15 marzo all'Ambito Territoriale della sede di titolarità.
art. 25 comma 6: " L'assunzione tempo determinato e a tempo indeterminato può avvenire con rapporto di lavoro a tempo pieno o a tempo parziale. In quest'ultimo caso, il contratto individuale di cui al comma 4 indica anche l'articolazione dell'orario di lavoro."
art. 39 comma 3: "Ai fini della costituzione di rapporti di lavoro a tempo parziale si deve, inoltre, tener conto delle particolari esigenze di ciascun grado di istruzione, anche in relazione alle singole classi di concorso a cattedre o posti, ed assicurare l'unicità del docente, per ciascun insegnamento e in ciascuna classe o sezioni di scuola dell’infanzia, nei casi previsti dagli ordinamenti didattici, prevedendo a tal fine le ore di insegnamento che costituiscono la cattedra a tempo parziale."
In ogni caso la durata minima delle prestazioni lavorative deve essere di norma pari al 50% di quella a tempo pieno.

Periodo di prova
In base all'art. 438 comma 2 del Testo Unico: “ il periodo di prova del personale docente è valido anche se prestato per un orario inferiore a quello di cattedra”

LA MESCHINA PANTOMIMA DEI FASCISTI DI FORZANUOVA CON MERLINO

giovedì 15 settembre 2011 · Posted in


Oggi 15 settembre si è tenuta a Terni la presentazione del libro del delatore, invischiato nella strategia della tensione Mario Merlino. Un’iniziativa organizzata dai neofascisti di Forza Nuova -a cui hanno partecipato 9 persone e 54 poliziotti- contestata dalla Rete Antifascista Ternana. Un’iniziativa inutile, di fatto una provocazione in una città democratica ed operaia come Terni. Il tentativo politico da parte di questi squadristi è stato inizialmente di occupare il “salotto buono” della città, tentando di organizzare l’iniziativa presso lo storico caffè Pazzaglia. L’opposizione immediata da parte della rete Antifascista e l’opera di informazione sul personaggio Merlino, fascista infiltrato nel movimento, delatore della polizia ed autore del depistaggio contro gli anarchici dopo la stage di piazza Fontana (arresto di Valpreda), ha fatto sì che i gestori del bar -appena si sono resi conto che i neofascisti tentavano di sfruttare il ruolo, il nome e la storia del locale- hanno immediatamente tolto l’agibilità all’iniziativa. I neofascisti sono stati relegati quindi in un albergo vicino alla stazione. Riteniamo positiva questa ulteriore mobilitazione antifascista perché dimostra che questi figuri, questi eroi virtuali, non hanno nessuna presa sul territorio a parte una preoccupante tutela della polizia e della Digos. Qualcuno ha inviato ai giornali informazioni che parlavano di tensione in città, ma la volontà della RAT non è quella di offrire appigli per il vittimismo di questi personaggi, bensì contrastare con informazione immediata e diretta il tentativo di riscrivere la storia o sdoganare personaggi ambigui come Merlino, la Repubblica Sociale Italiana e la fascisteria in generale. Li abbiamo ricacciati nel nulla da cui provengono: Pazzaglia ha negato loro lo spazio, all’iniziativa non c’era nessuno all’infuori della polizia ed è stato ricordato alla città chi era il signor Merlino ed il suo ruolo infame nella strategia della tensione. Dall’aviosuperficie ad oggi è chiaro che questa città mantiene viva la memoria storica della Resistenza e dei partigiani della Gramsci. Non  è un caso che a Terni non esistono l’omofobia, le violenze contro i migranti ed altre azioni squadristiche diffuse nelle città dove i neofascisti sono riusciti ad installarsi.
RAT-rete antifascista ternana

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